“Prendiamola con Filosofia”. Chi è filosofo?

Seconda puntata della nuova rubrica di Qdpnews.it – Quotidiano del Piave, “Prendiamola con Filosofia”: accompagnati dal professor Simone Ferraro del Collegio vescovile Pio X di Treviso proseguiamo il viaggio a puntate (qui la prima) alla scoperta di questa disciplina antica e fondamentale, quanto mai preziosa in questi tempi contrassegnati da cambiamenti (iper)veloci e a volte contraddittori. Buona lettura!

“Prendere la vita con filosofia” implica l’adozione di un preciso atteggiamento: non accettare i fatti per come si presentano immediatamente, né considerarli semplicemente per come appaiono. È un invito a sviluppare una prospettiva critica sugli eventi della vita, a metterli in discussione e a riconsiderarli in un orizzonte più ampio. In altre parole, è un invito ad essere, o quantomeno a diventare, filosofi. Ma chi è allora il filosofo?

Un primo spunto ci viene da una celebre immagine attribuita a Pitagora.

Immaginiamo le Olimpiadi, un evento che richiama una moltitudine di persone allo stadio: atleti in cerca di vittoria, tifosi appassionati, giornalisti intenti ad informare, personale addetto ai servizi, tutori dell’ordine e molti altri. Tra tutte queste persone, si distingue chi non ha alcun interesse specifico in ciò che accade, essendo lì semplicemente per osservare. Questo tipo di osservatore, ci dice Pitagora, è il filosofo.

Lo stadio e tutto ciò che vi accade, insomma, sono presentati da Pitagora come metafora della realtà: un luogo affollato da innumerevoli cose e personaggi, tra i quali ci siamo anche noi.

Siamo uno dei tanti – sugli spalti, sul campo, nelle aree di servizio o nelle tribune d’onore – ognuno con un qualche scopo e coinvolgimento emotivo, con l’attenzione rivolta solo a ciò che ci coinvolge direttamente. Come direbbe Martin Heidegger, “mediamente e per lo più” noi viviamo proprio in questa condizione: siamo immersi nel flusso della vita, interessati a fare ciò che stiamo facendo senza porci troppe domande, se non quelle strettamente necessarie.

Secondo Pitagora, però, abbiamo la possibilità di assumere nei confronti della realtà lo stesso atteggiamento di chi va allo stadio per osservare, quindi di essere filosofi. Possiamo infatti provare a prendere una certa distanza dagli eventi, ad osservarli nel loro insieme e a guardarli in modo distaccato, quasi estraneo, per interrogarli.

Che cosa significhi esattamente questo “osservare” del filosofo, ci viene suggerito da Eraclito, per il quale la distinzione fondamentale tra gli uomini è quella tra “svegli” e “dormienti“.

I dormienti, sostiene Eraclito, sono la stragrande maggioranza delle persone, che vivono sulla superficie delle proprie illusioni e delle opinioni comuni. Gli svegli, invece, sono coloro che sanno osservare e interrogare la realtà, riuscendo così a percepire e comprendere una verità più profonda di quella che appare.

In particolare, secondo Eraclito, è sveglio e cioè filosofo:

  • chi sa riflettere in solitudine sul senso profondo di ciò che accade;
  • chi sa andare oltre le apparenze e si interroga sulle leggi autentiche che governano il mondo;
  • chi sa elevarsi a una veduta complessiva e unitaria della realtà, andando oltre il sapere tecnico e specialistico;
  • chi è in grado di condurre una condotta di vita autonoma, cioè indipendente dai gusti e dalle mode passeggere degli uomini comuni.

Questo atteggiamento di osservazione distaccata, questa capacità di andare oltre le apparenze e le passioni immediate per cogliere le leggi profonde della realtà attraverso la riflessione solitaria, è ciò che definisce l’essere “sveglio” di Eraclito e completa il significato dell’osservare di Pitagora.

Ma perché mai si dovrebbe adottare questa disposizione d’animo di fronte alla vita? Cosa spinge a “svegliarsi” e ad andare allo stadio come “osservatori”? Ne parleremo nel prossimo video.

Abstract

Il video definisce la figura del filosofo, partendo da una celebre metafora di Pitagora, che paragona il filosofo a colui che va allo stadio per osservare. A differenza di atleti, tifosi e venditori che partecipano con obiettivi specifici, il filosofo è come un semplice osservatore che non ha un interesse diretto, vuole semplicemente capire cosa stia realmente accadendo.

Questo atteggiamento distaccato è ciò che permette al filosofo di non farsi coinvolgere dagli eventi, ma di interrogarli e analizzarli per coglierne il significato più profondo.

Nel video si sottolinea che questa posizione filosofica non è un’abilità speciale, ma una scelta che chiunque può fare per comprendere meglio la realtà, la propria vita e il proprio posto nel mondo.

Il video si conclude anticipando quello successivo, che affronterà la domanda su cosa spinga l’essere umano ad assumere un atteggiamento filosofico nei confronti della realtà.

La parola ai filosofi: Popper

“Tutti gli uomini sono filosofi, sebbene alcuni lo siano più di altri. […] La filosofia è inevitabile, e in larga misura inconsapevole. Noi siamo profondamente influenzati da teorie filosofiche che ci sono state inculcate insieme al nostro linguaggio, e che sono penetrate nel nostro senso comune attraverso la trasmissione della tradizione. […] La funzione propria e più importante del filosofo, dunque, non è tanto quella di produrre teorie nuove, quanto piuttosto quella di esaminare criticamente le teorie che la tradizione ci offre, e di tentare di migliorare quelle che ci sembrano insoddisfacenti. […] Per questo, l’uomo che pensa è un filosofo nella misura in cui egli mette in questione i suoi pregiudizi, e quelli della sua società, e tenta di trovare risposte ai problemi fondamentali che si pongono all’uomo e al suo mondo. La filosofia, quindi, non è una dottrina, ma un’attività; e lo scopo di questa attività è la chiarificazione logica dei pensieri.”

(Karl R. Popper, Congetture e confutazioni, Capitolo 1: “Tutti gli uomini sono filosofi”)

In questo passo, Popper afferma che ogni individuo è intrinsecamente un filosofo, poiché ognuno possiede, consapevolmente o meno, una “filosofia personale”, ovvero un insieme di teorie fondamentali sull’esistenza e sul proprio posto nel mondo. Tali teorie, per lo più assimilate o elaborate in modo più o meno consapevole attraverso l’educazione, fanno da sfondo al modo in cui generalmente pensiamo e viviamo la vita. Ma sono anche ciò con cui ci troviamo a dover fare i conti nel momento in cui qualcosa non quadra e la nostra vita rischia di andare a rotoli.

La filosofia, quindi, non si può evitare, ma si manifesta in modo spontaneo se solo accettiamo di metterci in discussione. Il vero compito di ciascuno in quanto filosofo, infatti, consiste in una continua interrogazione dei pregiudizi personali e sociali, finalizzata a chiarire ciò che è confuso e ad individuare una condotta di vita coerente.

Domande per la riflessione personale

Se è vero che ogni uomo è filosofo allora, in modo più o meno consapevole, ciascun uomo ha una propria concezione del mondo fisico, della vita, dell’uomo e di ogni altro aspetto della realtà. Tu cosa pensi della realtà in cui vivi? Qual è la tua “filosofia”?

Che significato ha, per te, l’invito ad andare “oltre le apparenze”? Pensi sia un invito retorico e privo di reale significato o credi veramente che, al di là dell’apparenza con cui si presenta, ci sia un livello più profondo e vero della realtà che è necessario indagare per poter prendere una posizione libera e consapevole nei confronti di ciò che ci accade?

Pensando alla tua vita di tutti i giorni, ti senti più spesso come uno dei “giocatori” coinvolti nell’azione, concentrato sul raggiungere i tuoi obiettivi e sulle cose da fare, oppure tendi a fare un passo indietro per “osservare” e riflettere su ciò che ti circonda, cercando di capire il “perché” degli eventi al di là del tuo immediato coinvolgimento e delle tue emozioni?

(Autore: Qdpnews.it)
(Foto e video: Mihaela Condurache)
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