Era libero dal servizio quel giorno e, insieme alla famiglia – la moglie Michela e la figlioletta di 7 anni Miriam – stava andando a trovare i suoi genitori, che vivono nel Bellunese.
Eppure, quando in località Fener ha visto quell’uomo che stava per buttarsi dal “ponte del Fante”, nella zona di Quero, non ha esitato un attimo a intervenire, mettendo a rischio la sua stessa incolumità e riuscendo a salvare la vita al malcapitato.
Lui è Vladimiro Franco, 49 anni, vicebrigadiere della centrale operativa dell’Arma dei Carabinieri di Montebelluna residente a Crocetta del Montello, e il suo gesto eroico gli è valso una benemerenza da parte del Comune. Un attestato che gli è stato consegnato ieri sera, martedì, in apertura della seduta del Consiglio comunale, direttamente dalle mani della sindaca, Marianella Tormena.


Presenti alla breve ma sentita cerimonia, oltre alla famiglia del militare, circa un centinaio di persone tra amici, conoscenti e, soprattutto, colleghi dell’Arma e di altre Forze dell’ordine (alcuni arrivati appositamente da fuori regione).
“Siamo lieti di esternare al nostro concittadino Vladimiro Franco la stima e l’apprezzamento per il senso di responsabilità e coraggio da lui dimostrati il 25 marzo 2025 quando, in località Fener, incurante per la propria incolumità, interveniva con determinazione a salvare la vita di una persona”, recita la targa consegnata dalla sindaca al vicebrigadiere.


Una storia a lieto fine, questa, che proprio in questi giorni bui per l’Arma, dopo la tragica scomparsa dei tre carabinieri a Castel d’Azzano, apre uno spiraglio di luce e speranza, confermando come l’essere carabiniere rappresenti una “seconda pelle” che non si toglie mai.
“La discriminante di questa storia è il coraggio – ha aggiunto Tormena – Questo riconoscimento, che come comunità ci sembrava doveroso consegnare, è anche un messaggio per i più giovani, affinché guardino a questi esempi di vita ‘reale’ e magari meno a quelli effimeri dei social. Grazie ancora”.
Commovente poi la dedica del vicebrigadiere alla figlia Miriam: “Questa benemerenza è anche un po’ sua, perché in quei drammatici momenti lei non ha esitato a dire alla mamma di chiamare subito il 112. E’ una cosa io le ho insegnato da piccola e che spero venga insegnata da tutti i genitori per rafforzare la vicinanza alle istituzioni”.
Il salvataggio e quei drammatici momenti sul ponte
Il vicebrigadiere Valdimiro Franco, quel 25 marzo, assieme a moglie e figlia di sette anni, verso le 18.00 si stava dirigendo con l’auto di famiglia dai genitori, che risiedono nel bellunese, percorrendo la strada provinciale in direzione di marcia Fener Vas.


Ad un certo punto il militare nota un uomo sul ponte che, lasciati i vestiti a terra, si era arrampicato sulla balaustra del viadotto con la chiara intenzione di gettarsi nel vuoto. Franco, grazie alla lunga esperienza lavorativa, ben 20 anni di Radiomobile, capisce subito la gravità della situazione.
Si dirige così verso quel signore, in evidente stato di alterazione, e riesce nell’intento di salvarlo, consapevole che se qualcosa fosse andato storto avrebbe potuto lui stesso rischiare la vita (riporterà poi una contusione al braccio destro): “Quell’uomo ha tentato di lanciarsi dal ponte per ben tre volte – ha spiegato Franco – Grazie a Dio sono riuscito ad afferrarlo, a trascinarlo a terra e a metterlo in sicurezza”.


La moglie, come da protocollo, avvisa sia la centrale operativa di Montebelluna che il 112 di Feltre, la cui pattuglia arriva tempestivamente sul luogo per supportare il lavoro del carabiniere.
La giovane figlia del militare, che frequenta la primaria di Crocetta del Montello, vede tutto. Preoccupata per il papà urla alla mamma più volte di chiamare il 112 e, scampata la tragedia, confermerà ciò che dice da tempo: “Da grande farò anche io il Carabiniere“.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
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