“Un giorno ti abbracceremo di nuovo”: oggi l’addio a Pancrazio Brun

“Un giorno ti abbracceremo di nuovo”: sono le parole di don Fabio Mantese che, oggi, ha concelebrato con don Gianpietro Zago il funerale di Pancrazio Brun, storico ristoratore di Cison di Valmarino.

Non sono mancate le parole di vicinanza giunte da don Alberto Botteon.

Assessore e consigliere comunale per alcuni anni in passato, Pancrazio Brun veniva soprannominato considerato “l’uomo saggio”, per la sua propensione a trovare, in tranquillità, la soluzione per tutto, in ogni occasione.

Oggi mercoledì la chiesetta di Rolle non è riuscita a contenere tutta la gente venuta per dargli l’ultimo saluto, insieme al Gruppo Alpini locale che ha salutato un amico, con tutti gli onori del caso.

L’arrivo della bara di legno chiaro, cosparsa di fiori bianchi e viola (su cui è stato poi posto il cappello d’alpino), è stata accolta da un rispettoso silenzio, prima di essere trasportata sulla scalinata che conduce in chiesa.

Cerimonia che è arrivata non senza una sosta del feretro al ristorante “Da Brun”, vera e propria ragione di vita del signor Pancrazio. Da lì sono partiti anche dei bus navetta organizzati per l’occasione, vista l’affluenza al funerale.

Pancrazio ha preparato tante tavole, oggi è quella del Signore” la premessa di don Mantese, a cui è seguita l’omelia di don Zago: “Salutiamo Pancrazio alla luce della Parola di Dio – la sua premessa -. Ognuno è nato con una vocazione, una storia: siamo chiamati a vivere come amministratori che non nascondono il proprio talento ma lo mettono al servizio di tutti”.

Ho incontrato un uomo aperto al dialogo, rispettoso delle posizioni degli altri e tenacemente convinto delle sue – ha proseguito -. Un uomo di fede. Caro Pancrazio, nel corso di questi anni ci siamo detti molte cose, mi sollecitavi a darti il mio punto di vista. Ho celebrato con te, tua moglie e la tua famiglia tanti momenti belli, indimenticabili. Avevi lo sguardo capace di vedere oltre – ha continuato -. Ho avuto la fortuna di ungerti con l’olio e tu, con un cenno della testa, mi hai salutato e, per questo, ti ringrazio”.

“Alla famiglia diciamo: non vi lasciamo soli. Nella vita conta avere cuore, come lo ha avuto lui – ha concluso -. Non ci diciamo ‘addio’, ma ‘ad Deum’: in Dio ci incontreremo per sempre“. Poi è stata recitata la Preghiera dell’Alpino e suonato il brano “Signore delle Cime”.

“Caro papà, sei stato un papà straordinario, buono, gentile. Hai mostrato cosa significa essere una persona onesta. Non ti sei mai lamentato – le parole scritte dalla figlia, lette in chiesa -. Mi mancherà il tuo sorriso tranquillo: grazie papà, il tuo esempio resterà la mia guida“.

“Caro nonno, grazie per quello che ci hai insegnato – le parole scritte dai nipoti -. Ognuno di noi porta un pezzo di te. Ci hai insegnato a essere uniti: resterai sempre un esempio per la nostra famiglia”.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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