Nel cuore di Vittorio Veneto, al piano superiore del raffinato palazzo che accoglie il seminario vescovile in piazza Giovanni Paolo I, trova spazio un vero e proprio scrigno di spiritualità e arte: il Museo Diocesano d’Arte Sacra “Albino Luciani”. Una visita qui non è solo un’escursione culturale, ma un’esperienza di contemplazione, grazie alla preziosa sezione dedicata alle icone sacre create dalla pittrice-iconografa locale Nikla Fadelli De Polo.
Il museo venne inaugurato nel 1986 su iniziativa di monsignor Rino Bechevolo in collaborazione con l’architetto Mario Cittolin, e da allora ha ampliato gli spazi espositivi, accogliendo nel 2002 una seconda sezione museale. La recente aggiunta – nel maggio 2022 – della raccolta dedicata alle icone sacre, frutto in gran parte della donazione dell’iconografa, rappresenta un’occasione speciale per chi visita.
All’arrivo, si percepisce subito l’atmosfera raccolta e meditativa che pervade gli ambienti: ogni tavola, ogni volto sacro evocato, invita a una riflessione non solo estetica ma interiore. Le opere antiche, circa trenta, si integrano con altrettante ottanta-sei icone più recenti, tutte concepite da Fadelli De Polo, all’interno di uno spazio progettato proprio per generare connessione tra arte e spiritualità.
Di particolare fascino è la testimonianza della stessa Nikla Fadelli De Polo: “Ogni icona rappresenta la capacità di contemplare il mondo come manifestazione di Dio… Ogni icona è una preghiera, che scaturisce dalla meditazione profonda del testo sacro”. L’uso del verbo “scrivere” invece di “dipingere” rivela la profondità del suo approccio: l’icona viene preparata con metodi tradizionali – tavola di legno, colla di origine animale, lino, strati di levkas – un processo che richiede tempo, cura e significato simbolico. L’oro, utilizzato per evocare la “luce increata”, diventa non semplice materiale ma chiave per aprire il cuore alla visione divina.
Entrando al museo, si ha la sensazione di attraversare un ponte tra il concreto e il trascendente. Per chi ama l’arte sacra, le icone sono un valore aggiunto: non semplici quadri, ma “portali” verso il silenzio e la contemplazione. Il contesto di Vittorio Veneto, città ricca di storia, valorizza ancora di più l’esperienza: fermarsi qui significa concedersi un momento fuori dal rumore quotidiano.


Arrivando alla piazza Giovanni Paolo I, si consiglia di dedicare qualche minuto all’esterno del palazzo, osservando come l’edificio si inserisca armoniosamente in un contesto sacro e urbano. Quando si accede alla collezione, lasciare che lo sguardo si posi lentamente sulle tavole: non solo per ammirare la tecnica, ma per cogliere quella dimensione di silenzio che l’iconografia vuole suscitare. Se possibile, fermarsi davanti a un’icona particolare – magari scelta senza fretta – e provare a percepire ciò che la superficie trasmette: luce, simbolo, speranza.
Infine, non dimenticare di esplorare anche la cittadina: dal museo si può proseguire verso il centro, fermandosi magari per un caffè in una delle piazzette vicine, godendo dell’atmosfera serena che contraddistingue Vittorio Veneto e contribuendo a trasformare la visita culturale in una piccola giornata di scoperta e respiro.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto e video: Simone Masetto e Matteo De Noni)
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