Tra memoria e tecnologia: il nuovo volto del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto

Fabio Visentin, amministratore di Web’nGo


Nel centro di Vittorio Veneto, la tappa al Museo della Battaglia offre un’esperienza che unisce memoria storica, tecnologia e accessibilità. Il museo, già noto per la sua ricca collezione sulla Battaglia di Vittorio Veneto (1918) e la vita durante la Grande Guerra, ha recentemente inaugurato un nuovo allestimento che punta a rendere la visita più coinvolgente e fruibile da tutti.

L’assessore alla Cultura Antonella Uliana “testa” il visore

All’ingresso del museo, il visitatore viene accolto da postazioni con visori di realtà virtuale e schermi touchscreen: un’introduzione moderna a un percorso che prima di tutto racconta fatti, volti e reperti della Grande Guerra. Grazie a un progetto finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un budget di oltre 300 mila euro, il museo ha realizzato interventi mirati all’abbattimento delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali.

Fabio Visentin e i visori che porteranno al 21° secolo le 100 fotografie stereoscopiche di Marzocchi

Le nuove tecnologie non sono un semplice “gadget”: i visori permettono di immergersi in centinaia di fotografie stereoscopiche della collezione del fotografo Luigi Marzocchi, rielaborate per offrire anche ai giovani e alle scolaresche un approccio più intuitivo e accattivante alla storia. Allo stesso modo, gli schermi touchscreen sono stati posizionati in modo da garantire accessibilità anche a chi si muove in carrozzina, con contenuti video, audio e sottotitoli pensati per chiunque

La schermata iniziale del nuovo schermo touch screen del Museo  

Proseguendo all’interno del museo, si attraversano le sezioni che raccontano la vita in trincea, l’occupazione austro-ungarica, la Battaglia stessa e quel passaggio dal conflitto al mito. L’ambientazione è valorizzata – ora ancora di più – da un allestimento che punta non solo alla conservazione dei reperti, ma alla loro “narrabilità”. Chi visita è invitato a soffermarsi davanti a oggetti che trasmettono la concretezza della guerra: armi, equipaggiamenti, fotografie d’epoca, ma anche momenti quotidiani di quel tempo, grazie alle interfacce digitali che “mettono in moto” il racconto. Le tecnologie diventano dunque ponte-strumento fra passato e presente, senza oscurare il rispetto della memoria.

Il visore

Se vi trovate a Vittorio Veneto, concedersi una fermata al Museo della Battaglia significa fare qualcosa di più che vedere reperti: significa ascoltare storie, evocare contesti, sperimentare la storia con modalità che sorprendono per modernità. È perfetto anche per chi viaggia con famiglie o gruppi misti, grazie agli strumenti interattivi e all’impegno per l’accessibilità. Inoltre, poiché il museo si trova in pieno centro storico, può essere combinato con una passeggiata fra le vie di Ceneda e Serravalle, magari in pausa caffè o gelato, per trasformare la visita in una mezza giornata dedicata alla scoperta.

Antonella Uliana, Fabio Visentin  e Maurizio Saggiorato con il nuovo schermo touch screen del Museo 

Arrivate con un po’ di anticipo per godervi con calma ciascuna postazione digitale: meglio mettere da parte lo smartphone per qualche tempo e concedersi di “usare” il visore o lo schermo come se fossero parte della narrazione. Portate con voi un auricolare se volete sfruttare appieno la componente audio. E se siete accompagnati da bambini o adolescenti, evidenziate che la tecnologia non è un diversivo, ma un mezzo per capire più in profondità: potrebbe rendere la visita più significativa anche per loro.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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