Dopo mesi di lavoro sul campo, monitoraggi scientifici, attività di ricerca e incontri con scuole, amministratori e operatori locali, si conclude PESBioSile, il progetto promosso dal Parco Naturale Regionale del Fiume Sile con il sostegno del Centro Nazionale per la Biodiversità (NBFC – National Biodiversity Future Center) e del CNR, in collaborazione con Federparchi e tre consulenti tecnici: Bioprogramm, Aquaprogram ed Etifor | Valuing Nature (spin-off dell’Università di Padova).
Pensato per rafforzare le azioni di conservazione nel tratto compreso tra le sorgenti del Sile e Quinto di Treviso, scelto come area pilota per testare un nuovo approccio metodologico, il progetto, che si è sviluppato a partire da maggio 2024, in futuro, potrà essere esteso all’intero territorio del Parco.
Al centro di PESBioSile vi è stata un’accurata valutazione dello stato di salute delle acque e della fauna ittica, insieme alla mappatura delle principali criticità ambientali derivanti da attività umane come agricoltura, pesca sportiva, allevamenti ittici, prelievi idrici e turismo.
Un progetto, tre consulenti tecnici
Tre le realtà scientifiche e operative di rilievo coinvolte nel progetto:
- Aquaprogram, incaricata del monitoraggio scientifico delle acque e dell’analisi biologica lungo l’asta fluviale;
- Bioprogramm, responsabile delle indagini sulla fauna ittica e in particolare della valutazione dello stato relativamente alla Funzionalità fluviale;
- Etifor | Valuing Nature , spin-off dell’Università di Padova, che ha coordinato la parte relativa alla mappatura delle pressioni antropiche, ai Pagamenti per i Servizi Ecosistemici e alle soluzioni basate sulla natura (NBS).
Monitoraggio delle acque (Aquaprogram): un quadro “mediocre” ma con potenzialità di miglioramento
Il monitoraggio del fiume Sile, svolto da Aquaprogram, è stato suddiviso in sei stazioni di campionamento – o punti di raccolta – individuati con le sigle da SIL1 a SIL6:
- SIL1 in località Fontanazzo (Comune di Piombino Dese, PD)
- SIL2 in località Fossa Storta (Comune di Vedelago, TV)
- SIL3 in località Badoere (Comune di Morgano, TV)
- SIL4 a Morgano
- SIL5 a Ponti Settimo (Comune di Morgano, TV)
- SIL6 a Tiveron (Comune di Quinto di Treviso, TV)
più altre 3 stazioni su affluenti laterali.
In ciascun punto sono stati effettuati rilievi fisico-chimici (LIMeco) e biologici (ICMi,IBMR), con valutazione anche della qualità ecologica mediante l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.), che analizza le comunità di invertebrati bentonici, (animali che vivono sul fondo dei fiumi, dei laghi o dei mari, tra sabbia, ghiaia e detriti) indicatori diretti della salute degli ecosistemi acquatici.
I risultati restituiscono un quadro “mediocre” ma non negativo, con buona qualità delle acque in prossimità delle sorgenti e un progressivo peggioramento verso valle, dove si concentrano pressioni agricole e zootecniche.


Le stazioni SIL1, SIL2 e SIL3 hanno mostrato valori IBE compresi tra la II e la III classe di qualità (“buono–alterato”), mentre nei tratti inferiori – SIL4, SIL5 e SIL6 – si è registrato un lieve calo, segnale di maggiore vulnerabilità ambientale.
Si è inoltre osservata una variabilità stagionale: i dati raccolti in tarda estate presentano valori più alti, mentre in primavera – con l’arrivo delle piogge – la qualità tende a diminuire a causa del dilavamento di sostanze inquinanti accumulate durante i mesi secchi.
Le analisi hanno interessato anche la presenza di antibiotici, erbicidi e residui legati ad agricoltura e ittiocoltura. I risultati sono complessivamente buoni: antibiotici e antiparassitari sotto la soglia di rilevabilità e solo tracce di metolachlor e terbutalizina (diserbanti) in due stazioni centrali nel periodo tardo primaverile.
Il quadro complessivo conferma che il Sile mantiene buone capacità autodepurative, ma richiede azioni di prevenzione e monitoraggio continuo per contrastare gli effetti cumulativi delle pressioni antropiche.
Fauna ittica (Bioprogramm): il ritorno della trota marmorata, simbolo di un fiume che può rinascere
Le indagini condotte da Bioprogramm hanno permesso di aggiornare in modo approfondito il quadro della fauna ittica del Sile, individuando le specie presenti e valutando lo stato complessivo dell’ecosistema fluviale.


Uno dei risultati più significativi è la conferma della presenza della trota marmorata (Salmo marmoratus), una delle specie più pregiate e rare dei nostri corsi d’acqua, considerata un vero bioindicatore della qualità ecologica dei fiumi alpini e prealpina, che era data per estinta fino ad un decennio fa.
La trota marmorata, endemica del bacino padano, è estremamente sensibile all’inquinamento, alle variazioni di temperatura e alla frammentazione degli habitat: la sua sopravvivenza è legata a acque limpide, fredde e ricche di ossigeno.
Le campagne di rilevamento, effettuate con pesca elettrica metodo di censimento conservativo che non prevede alcun sacrificio degli esemplari catturati che dopo le opportune analisi vengono di nuovo liberati nell’ambiente naturale, hanno individuato diversi esemplari nei tratti sorgentizi del Sile, dove l’ambiente mantiene ancora condizioni di naturalità elevata. Si tratta del primo riscontro ufficiale dopo anni di assenza di segnalazioni dirette, a conferma dell’efficacia dei precedenti progetti di reintroduzione e della capacità del fiume di rigenerarsi laddove le pressioni umane sono più contenute.
La presenza della trota marmorata assume un valore simbolico e scientifico insieme: dimostra che gli ecosistemi fluviali possono recuperare equilibrio e biodiversità, ma evidenzia anche la necessità di migliorare la qualità dei tratti inferiori per favorire la ricolonizzazione naturale della specie lungo tutto il corso del Sile.
Durante i censimenti sono state confermate anche buone presenze di altre specie ittiche come la lampreda padana, il luccio italico e il panzarolo di notevole interesse conservazionistico.
Funzionalità Fluviale (Bioprogramm)
L’analisi condotta da Bioprogramm lungo il tratto del Sile compreso tra i laghi di Quinto di Treviso e le sorgenti, attraverso il metodo IFF – Indice di Funzionalità Fluviale, restituisce un quadro in chiaroscuro sullo stato di salute del fiume.
Il corso d’acqua è stato suddiviso in 65 tratti omogenei, ciascuno valutato su una scala che va dal livello “pessimo” (V) all”elevato” (I). I risultati mostrano come, laddove l’intervento umano ha modificato in modo consistente il percorso naturale del fiume, specie nel taglio alto del Sile – con rettificazioni, bonifiche e coltivazioni spinte fino all’alveo – la funzionalità ecologica risulti compromessa.
La perdita delle fasce ripariali vegetate, l’assenza di zone cuscinetto (buffer) e la disconnessione dai fontanili laterali hanno indebolito l’equilibrio ambientale del Sile. Tuttavia, nel tratto più naturale, tra il lago di Barbasso e i laghi di Quinto, sopravvivono aree di grande pregio con funzionalità fluviale elevata.
Un segnale di speranza arriva dai piccoli interventi di rinaturalizzazione realizzati con il precedente progetto life SilIFF, che hanno dimostrato la possibilità concreta di migliorare la qualità ecologica del fiume.
Questo dimostra come, per riportare il Sile al suo stato naturale serviranno tempo e strategie condivise, puntando su azioni come il recupero degli spazi fluviali, la ricostituzione delle fasce vegetali e l’arretramento delle colture.
Un percorso lungo, ma necessario, che potrà portare benefici ambientali, sociali ed economici a tutto il territorio.
I risultati di Etifor: accordo PES e catalogo NBS
Il contributo di Etifor, spin-off dell’Università di Padova, ha rappresentato il cuore innovativo del progetto, introducendo strumenti gestionali di grande valore per la conservazione del capitale naturale.
Catalogo delle Nature-Based Solutions (NBS)
Etifor ha elaborato un catalogo di 20 soluzioni basate sulla natura (Nature-Based Solutions – NBS), pensate per mitigare le pressioni antropiche e migliorare la resilienza degli ecosistemi fluviali. Il documento propone misure pratiche – dalla rinaturalizzazione delle sponde alla creazione di corridoi ecologici e all’adozione di pratiche agricole sostenibili – fornendo al Parco uno strumento operativo permanente per la pianificazione ambientale.
Il primo accordo PES del Parco
Nell’ambito del progetto sono state poste le prime basi per testare un meccanismo PES che vede la collaborazione del Parco ed il Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco IGP, attraverso la firma di un documento d’intenti.”
L’intesa mira a integrare nel disciplinare del Consorzio criteri di sostenibilità e tutela della biodiversità, coinvolgendo direttamente le aziende agricole nella fornitura di habitat e benefici ecosistemici.
Il Parco potrà riconoscere l’uso del proprio logo istituzionale alle aziende che rispetteranno i nuovi criteri ambientali, creando un marchio di sostenibilità condiviso tra produttori e area protetta.
Partecipazione e governance: cittadini e stakeholder protagonisti
Sono stati realizzati quattro appuntamenti di Citizen Science organizzati da Federparchi, che hanno visto la partecipazione di centinaia di persone, tra cui studenti, appassionati, famiglie e associazioni locali.


Le attività si sono svolte lungo diversi tratti del fiume e hanno unito osservazione, formazione e raccolta dati scientifici.
Le esperienze hanno coinvolto:
- la LIPU per l’osservazione dei volatili e la scoperta della biodiversità vegetale;
- la FIPSAS e le associazioni di pescatori sportivi, protagonisti di una giornata di monitoraggio delle specie ittiche autoctone e aliene;
- il Canoa Club Sile, che con le sue uscite in canoa ha offerto un punto di vista privilegiato sul fiume e sull’ecosistema acquatico;
- gli studenti dell’Istituto Agrario “A. Dalla Lucia” di Feltre, che hanno partecipato a laboratori dedicati alla biodiversità e alla gestione delle risorse fluviali.
Un ruolo fondamentale è stato svolto dai tre workshop partecipativi che si sono tenuti con la partecipazione di stakeholder del Parco. Il primo incontro ha coinvolto sindaci, amministratori locali e funzionari della Regione Veneto; il secondo ha riunito associazioni e operatori turistici; il terzo è stato dedicato agli operatori economici – agricoltori, itticoltori, allevatori e imprese locali.
Uno sguardo al futuro
PESBioSile lascia in eredità al Parco del Sile un patrimonio di conoscenze e strumenti concreti: un sistema di monitoraggio replicabile, un accordo PES operativo con il mondo agricolo e un catalogo di buone pratiche da applicare sul territorio.
Sottolinea il Presidente del Parco Sile, Arturo Pizzolon: “Con il progetto PESBioSile si rafforza l’impegno nella tutela della biodiversità e delle acque del fiume Sile, consapevoli che la sfida ambientale richiede visione, collaborazione e soluzioni innovative. In questo percorso è cruciale il coinvolgimento attivo delle comunità locali, degli operatori e degli enti del territorio, posto che la condivisione è la chiave per costruire una gestione sostenibile e duratura del nostro patrimonio naturale. Il Parco del Sile si conferma così un vero e proprio laboratorio di buone pratiche, dove la tutela dell’ambiente si intreccia con lo sviluppo di un’economia locale più rispettosa. Un ringraziamento va a tutti i soggetti coinvolti in questo progetto e ai cittadini che stanno contribuendo con impegno e passione in questo importante cammino”.
Aggiunge Luca Santini, Presidente Federparchi: “Il progetto PESBiosile al Parco regionale del Fiume Sile è una di quelle iniziative che riescono a coniugare il monitoraggio e la tutela della biodiversità con la partecipazione e la condivisione delle comunità locali in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio. Un approccio che dovrebbe essere l’indirizzo primario su cui tutte le aree protette dovrebbero puntare. Questo tipo di attività, per cui faccio i complimenti al parco, rafforza la richiesta che da alcuni anni Federparchi sta ponendo con forza alle istituzioni nazionali: occorre mettere a sistema la rete dei parchi: nazionali, regionali, aree marine, riserve e quant’altro. La natura non conosce confini e se c’è una strategia unitaria, nel rispetto delle autonomie, i risultati arrivano e fanno bene alle specie vegetali e animali e fanno bene all’uomo”.
Conclude la Direttrice del Parco del Sile, Santina Grande: “Il progetto PESBioSile rappresenta una tappa importante nella strategia di tutela e valorizzazione dell’ecosistema del Parco. Attraverso un approccio integrato, basato su dati scientifici aggiornati e sul confronto con le realtà del territorio, vogliamo costruire un modello che tenga conto della salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità delle attività che lo attraversano. Il ruolo del Parco è proprio quello di facilitare questa convivenza pacifica, mettendo a sistema competenze, esperienze e strumenti operativi. La qualità delle acque, la salute della fauna e della biodiversità in generale, nonché la partecipazione dei cittadini rappresentano i pilastri su cui continueremo ad investire per garantire un futuro al nostro fiume”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: Parco Naturale Regionale del Fiume Sile)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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