Non c’è niente da fare: questa mela ha davvero un sapore speciale. E’ più gustosa, fragrante, dolce. E’ più delicata, biodinamica, naturale. Come la solidarietà che esprime in maniera straordinaria, essendo “frutto di un sostegno sociale”.
Proprio così. Da un quarto di secolo sta facendo la storia del volontariato e della generosa dedizione al prossimo in provincia di Treviso, in modo particolare per coloro che vivono la fatica fisica della disabilità. Anche ieri 9 novembre, per la venticinquesima volta, la Marca ha dato una risposta di grandissimo valore e significato e di felicissima coralità: in oltre duecento piazze dei comuni della provincia di Treviso, la manifestazione “Frutto di un sostegno sociale” si è dispiegata nel cuore dei paesi e delle città, offrendo in totale alla popolazione ottomila cassette di mele biologiche, della cooperativa Osiris di Postal (Bz), distribuite dalle diverse associazioni coinvolte nel progetto, ma anche da gruppi spontanei.
E anche quest’anno il ricavato è andato a sostenere la Fondazione “Il Nostro Domani Onlus”, che accoglie persone con disabilità in comunità-alloggio, gruppi appartamento e co-housing che hanno sede praticamente in tutto l’ambito territoriale provinciale.
E’ importante la storia, è fondamentale conoscere l’origine di questa vicenda: “Frutto di un sostegno sociale” è nato infatti nel 2000, sulla base dell’istanza rivolta al Consorzio Pro Loco Quartier del Piave da un gruppo di genitori con figli disabili, preoccupati del futuro, del “dopo di noi”. Da allora, lo stesso Consorzio Pro Loco QdP e una rete di collaboratori – ideatore e primo promotore il presidente Roberto Franceschet, al quale è stato conferito il Premio Giuseppe Toniolo 2024 per la sezione regionale “Azione & Testimoni” – sono impegnati nell’organizzazione, sempre la seconda domenica di novembre, per una iniziativa divenuta nel frattempo anche Giornata provinciale della disabilità, coinvolgendo 160 associazioni e 800 volontari, con il patrocinio di vari enti e istituzioni e il contributo di sponsor privati.
Encomiabile e molto concreto il bilancio dell’iniziativa: in venticinque anni sono stati raccolti 2 milioni di euro, con l’edizione 2024 che ha registrato il record di oltre 105 mila euro entrati nelle casse degli organizzatori. E poi va detto che – nel segno della trasparenza distintiva del progetto – tutti i risultati vengono resi pubblici nel corso di una serata conclusiva di incontro e di gratitudine con i collaboratori nel mese di dicembre.
Una mela veramente speciale, dunque, che unisce le persone nel segno della solidarietà, attiva buone relazioni, muove allo sguardo attento e solidale verso il prossimo in difficoltà, contribuisce a far crescere la comunità facendo in modo che nessuno resti solo con le sue fragilità. Un frutto di stagione, accolto e condiviso, diventa icona ed emblema di una tradizione ormai consolidata in un quarto di secolo in un territorio vasto, che continua a suscitare progetti di bene e a dare risultati d’eccellenza premiando il lavoro di quanti credono fermamente nella logica del dono, della condivisione, della disponibilità a far crescere un modello sociale attento sul serio alle istanze dei più deboli.
Si è iniziato tutto con l’intuizione di alcune persone particolarmente sensibili, e si continua oggi con la dedizione di tanti che si prodigano a fare di “Frutto di un sostegno sociale” un evento di grande rilievo per un’intera realtà provinciale. Il progetto di un gruppo promotore, allora, è cresciuto ed è diventato negli anni un’esperienza concreta di cittadinanza attiva e di progettualità sociale, coltivando i segni di un’attitudine generosa e solidale che ha sempre contraddistinto la storia passata e recente della Marca Trevigiana.
Radici antiche e profonde, come quelle che richiamano spiritualità e devozione per le vite dei santi della compassione e della carità, da sempre amati e venerati. Come San Martino di Tours – la cui memoria liturgica ritorna proprio in questi giorni – attraverso un culto diffuso in tanti luoghi sacri in cui l’immagine del famoso gesto del mantello tagliato a metà e condiviso con il povero esprime fino in fondo i sentimenti e i gesti autentici dell’amore cristiano.
La mela speciale di “Frutto di un sostegno sociale”, dunque, non nasce a caso, non è improvvisata, ma riesce a declinare al presente e al futuro convincimenti e stili di bene diffusi e radicati, solidi e generativi. E’ il segno evidente di una società che continua, nonostante tutto, a sperare ancora, a volgere lo sguardo benevolo sugli altri, a prendersi cura di fragilità e sofferenze, a operare perché “con noi” e “dopo di noi” nessuno rimanga solo, ma possa davvero gustare insieme agli altri i frutti della convivialità, della fraternità e della gioia.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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