C’è un luogo in centro storico dove l’infanzia di intere generazioni di trevisani profuma di cioccolato e liquirizia, profumi e colori messi in risalto da vetrine curate con ossessiva passione. Quel luogo è Dolci Cose in via XX Settembre, e presto chiuderà i battenti dopo 45 anni esatti di attività. Non si tratta della mera fine di un’attività commerciale, ma della perdita di un punto di riferimento, una vera e propria “famiglia”, come ci racconta la titolare, Rosetta Favretto.
La storia di Dolci Cose nasce in un contesto inaspettato. L’attività fu rilevata nell’Ottanta dal marito della signora Rosetta, prendendo il posto della storica Torrefazione Ersetti. L’intuizione del fondatore fu pionieristica.
“Mio marito era molto avanti con le intuizioni,” racconta la signora Rosetta, ripercorrendo i primi passi. “Ha avuto questo colpo di genio: proporre i dolci. Non so se l’abbia visto in giro, ma è stata una sua idea e noi siamo stati i pionieri a Treviso per il modo in cui abbiamo proposto il dolce in centro storico”.
Il segreto del successo, secondo la titolare, risiede subito nell’approccio al cliente: “Il modo di esporre il prodotto, innanzitutto, davanti al cliente. Una vetrina molto curata. Un’attenzione al dettaglio che ingolosiva”.
La vera cifra stilistica di Dolci Cose è stata la ricerca instancabile della qualità e della differenza, in un’epoca di crescente consumo di massa.
“Si è sempre cercato di trovare quel dettaglio che distoglie dal prodotto commerciale,” spiega Rosetta. “Va bene il prodotto commerciale, ma noi volevamo proporre qualcosa di diverso. Ci sono sempre persone incuriosite anche da cose diverse, non necessariamente dal classico. In questo senso, siamo stati una sorta di artigianato del dolce”.
Il lavoro era meticoloso, un vero e proprio gourmet dolciario, che prevedeva un’attenta selezione a monte: “Andavamo a prendere i prodotti nei loro luoghi di produzione. C’era proprio un lavoro, un desiderio di dare alla clientela sempre qualcosa di nuovo e di particolare”.
Questa filosofia ha trasformato il negozio in un magnete. La particolarità, ad esempio, del ricercatissimo Cuneese: “Per i nostri clienti affezionati, proponiamo dei prodotti artigianali che ci arrivano in questo periodo, che sono i Cuneesi. Ci forniamo da un’azienda di Cuneo, un’ esclusiva qui a Treviso. Per soddisfare le aspettative ricercate dei nostri clienti”.
La popolarità di Dolci Cose non è rimasta confinata entro le mura trevisane: “Abbiamo tantissimi clienti che vengono solo magari due o tre volte all’anno, dall’estero, e vengono a trovarci perché vengono a prendersi la primizia che vogliono portarsi via” svela la titolare con un velo d’orgoglio.
Oltre ai cioccolatini, è il legame umano la vera merce che si perde. “Sa quante generazioni sono cresciute qui? Generazioni che oggi hanno i figli, che erano clienti da piccoli” afferma commossa la signora Rosetta. “Quando tornano ci dicono: ‘venivo qua da piccolo, passavo sempre in questo negozio’, e adesso ritornano con il figlio o la compagna. Si perdono quei legami personali che sono stati costruiti in questi anni. Dopo 45 anni, è diventata una famiglia”.
La chiusura dell’attività è prevista simbolicamente dopo le feste di inizio anno, con l’ultimo dolcetto che verrà idealmente servito in occasione della Befana.
Qual è la dichiarazione finale, il bilancio di questo lungo percorso? “Posso solo ringraziare la città di Treviso perché abbiamo avuto sempre tanto, tanto affetto dai clienti. Tanta riconoscenza,” conclude la signora Rosetta. “Ci sarà il rammarico di non poter più vedere determinate persone, ma l’augurio più grande che porto nel cuore è che il sipario non cali del tutto. Spero che quest’anima, questo luogo di dolci e memorie, possa trovare un giorno un nuovo custode che sappia raccogliere l’eredità di queste vetrine e continuare a narrare, con nuovi sapori, una storia dolce”.
(Autore: Francesco Bruni)
(Foto: Francesco Bruni)
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