La via dell’acqua: risalendo la Fiadora dall’abbazia di Follina

Risalire la Fiadora partendo dal chiostro dell’abbazia di Follina significa intraprendere un viaggio che unisce natura, storia e tradizione spirituale. È un percorso breve ma intenso, capace di raccontare secoli di vita monastica e di mettere in dialogo il paesaggio con le memorie tramandate dagli abitanti della Vallata. L’acqua, protagonista assoluta di questo itinerario, scorre da sempre come un filo invisibile che tiene uniti il borgo e le sue radici più profonde.

Il cammino inizia tra le pietre dell’abbazia cistercense, luogo in cui silenzio e architettura sembrano fondersi armoniosamente. Dalle arcate del chiostro si percepisce il mormorio dell’acqua, un richiamo antico che guidava i monaci nel lavoro quotidiano. Proprio da qui, nei secoli, partivano coloro che seguivano la Fiadora per raggiungere la sorgente custodita tra il verde della collina. Era un gesto semplice, ripetuto giorno dopo giorno, ma carico di significato: l’acqua era vita, cura, sostentamento e, per molti, una forma di benedizione.

Uscendo dall’abbazia e inoltrandosi lungo il percorso, il borgo di Follina si svela in tutta la sua quiete. Le vie si fanno più strette, il rumore diminuisce, e il suono dell’acqua si intensifica. Il sentiero segue fedelmente il corso della Fiadora, che scende cristallina lungo la valle. Gli abitanti raccontano che un tempo questa sorgente era considerata miracolosa dai monaci benedettini, i quali la utilizzavano non solo per irrigare i terreni e far funzionare i mulini, ma anche come fonte di guarigione spirituale. La purezza dell’acqua, la sua temperatura costante e il suo scorrere regolare la resero oggetto di devozione popolare, tanto che molte famiglie salivano fino alla sorgente nei momenti di necessità.

Lungo il percorso, la natura abbraccia il visitatore con la sua freschezza. Il muschio che ricopre le pietre, le felci che si aprono come piccole vele verdi e la luce che filtra tra i rami creano un’atmosfera quasi sacrale. Si ha la sensazione di camminare in un luogo che ha mantenuto intatta la sua essenza, nonostante il tempo e i cambiamenti. Ogni tratto del sentiero racconta una storia: quella dei monaci che qui trovavano concentrazione e ispirazione, quella dei contadini che dipendevano dall’acqua per il lavoro nei campi, quella dei pellegrini che vedevano nella sorgente un segno di protezione.

La salita verso la fonte non è impegnativa, ma invita alla lentezza. Si procede immersi nel suono dell’acqua e nel profumo della vegetazione, fino a raggiungere la sorgente stessa, incastonata tra pietre antiche. Qui lo scorrere dell’acqua è ancora più limpido, e il rumore diventa un ritmo regolare, quasi meditativo. È facile comprendere perché questo luogo fosse considerato speciale: la sorgente appare come un punto di incontro tra natura e spiritualità, tra funzione pratica e simbolo di rigenerazione.

Riscendere poi verso il borgo significa riportare con sé la sensazione di aver toccato un frammento autentico della storia di Follina. Il percorso della Fiadora non è solo un itinerario naturalistico, ma una narrazione viva che attraversa secoli di devozione e di lavoro. È un invito a conoscere il territorio attraverso l’acqua che lo ha generato, a percepire la delicatezza degli equilibri naturali e a riscoprire il valore dei luoghi che conservano, ancora oggi, una sacralità semplice e quotidiana.

Chi visita Follina non dovrebbe rinunciare a questo cammino: è un’esperienza che unisce bellezza, memoria e pace, restituendo in pochi passi l’essenza più autentica della vallata e della sua storica abbazia.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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