Tra le pieghe più silenziose della Valmareno, là dove la strada si stringe tra boschi e case antiche, sorge un luogo che sembra appartenere a un tempo sospeso: la chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo, piccolo gioiello ormai quasi dimenticato, ma ancora capace di raccontare una storia intensa a chi decide di fermarsi davanti alle sue mura. Visitare questo angolo appartato di Follina significa addentrarsi in una dimensione intima, dove il paesaggio e la memoria si intrecciano come fili di un antico ricamo.
Il primo incontro con la chiesetta avviene quasi per sorpresa. Appare discreta, armoniosamente incastonata tra la vegetazione, con le sue linee semplici e quell’aura di protezione che caratterizzava gli edifici sacri destinati un tempo a scandire la vita delle piccole comunità di valle. Qui, nel borgo di Valmareno, i santi Giacomo e Filippo erano riferimento spirituale per famiglie contadine, viandanti e pellegrini che percorrevano queste zone di confine tra pianura e montagna. La chiesa nasce infatti come presidio di fede, ma anche come punto di incontro, un luogo che teneva unita la comunità attraverso riti e ricorrenze.
Entrando, o anche solo osservando dall’esterno se la struttura non è accessibile, si percepisce quella particolare atmosfera tipica degli edifici che hanno conosciuto momenti di fervore e periodi di abbandono. Le pareti conservano tracce di aJreschi ormai sbiaditi, piccoli frammenti che suggeriscono antiche iconografie e mani artigiane che hanno lavorato con cura. Si intuiscono colori un tempo vividi, ora smorzati dal tempo e dall’umidità, ma ancora suJicienti per evocare una stagione in cui la chiesetta era un punto nevralgico della vita religiosa del borgo.
Il paesaggio circostante amplifica la sensazione di trovarsi in un luogo prezioso. Il silenzio dei boschi, interrotto soltanto dal rumore dell’acqua che scende dai versanti, crea un ambiente contemplativo, quasi monastico. Non è diJicile immaginare come, nei secoli passati, questo fosse un rifugio per chi cercava un momento di quiete, oppure un luogo dove aJidare preghiere semplici e sentite legate alla vita quotidiana: il raccolto, la salute, il viaggio.
La chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo è oggi uno di quei luoghi dimenticati che meritano di essere riscoperti non solo per il valore storico, ma perché oJrono un modo diverso di entrare in relazione con il territorio. È un invito a rallentare, a camminare con passo più lento, a osservare i dettagli che spesso sfuggono durante una visita veloce. Una sosta qui permette di cogliere l’essenza di Valmareno, fatta di semplicità, autenticità e un patrimonio spirituale che continua a vivere nelle storie tramandate dagli abitanti.
Per chi esplora Follina e le sue frazioni, raggiungere questa piccola chiesa significa compiere un viaggio nella memoria collettiva delle comunità montane. È un percorso che parla di fede, di lavoro e di quotidianità; un frammento di storia che, pur segnato dal tempo, conserva intatta la capacità di emozionare. E proprio per questo merita di essere conosciuto, ricordato e continuato a custodire.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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