Via Fadalto Basso e la Calchera di Costante: quando la pietra diventava calce e la calce diventava casa

Lungo via Fadalto Basso, oggi strada secondaria che scorre sotto i grandi piloni dell’A27, si incontra una presenza discreta ma eloquente: la Calchera di Costante. Sta a margine del vecchio tracciato, in un punto che un tempo era un passaggio importante per chi viveva nella valle, e racconta un’epoca in cui costruire significava letteralmente partire dai sassi.

La calchera era il fulcro di un processo essenziale, quello che permetteva di trasformare i sassi in case. Qui la pietra veniva cotta per ottenere la calce, materiale indispensabile per realizzare muri e edifici. Il lavoro si organizzava tra famiglie, spesso numerose, con un accordo pratico: ognuno metteva forza, tempo e legname. Il caricamento richiedeva attenzione e precisione, perché bisognava scegliere pietre adatte a reggere il calore, disporle con equilibrio in una struttura simmetrica e costruire sopra una cupola il più possibile regolare.

Poi arrivava la parte più lunga e più delicata: mantenere il fuoco alla temperatura giusta per diversi giorni, dosando la legna in base a peso, qualità e dimensione. A questa fatica si aggiungeva quella del trasporto, su una strada in salita, con ritmi che oggi sembrano lontanissimi. E c’erano limiti che non lasciavano margine d’errore: lo sforzo fisico, certo, ma anche l’incognita del tempo. Una pioggia intensa nel momento sbagliato poteva rovinare un intero carico di calce e cancellare giorni di lavoro. Così, col passare dei decenni, molte calchere sono state abbandonate e hanno smesso di far parte della memoria quotidiana, rimanendo vive soprattutto nei racconti degli anziani.

Oggi, però, la Calchera di Costante è tornata riconoscibile. Domenica 16 luglio 2023 la Pro Loco di Fadalto, insieme al Consorzio delle Pro Loco delle Prealpi, ad alcuni cittadini e all’assessore comunale Bruno Fasan, ha inaugurato la sistemazione del manufatto. È un recupero che restituisce alla comunità un frammento concreto di storia locale, in una zona che per anni ha conosciuto l’abbandono, ma che da tempo sta vivendo anche una fase di riscoperta.

La calchera si trova lungo l’asse della Venezia–Monaco, il progetto turistico su cui l’amministrazione punta per valorizzare l’estremo territorio vittoriese. In questo contesto diventa una sosta possibile, un punto in cui fermarsi e capire come si lavorava la pietra in montagna. La pulizia e la sistemazione sono state portate avanti da circa quaranta volontari della Pro Loco di Fadalto, guidata dal presidente Gianpietro Paier. Paier ha spiegato che l’idea nasceva da una proposta coltivata nel tempo: in zona esistono altre calchere, una anche poco distante, ma non tutte hanno avuto la stessa sorte, perché alcune sono state demolite. Questa, invece, era ancora ben conservata e si è scelto di non modificarla, limitandosi a ripulirla e a tagliare solo gli alberi che avrebbero potuto cadere sulla struttura, nel rispetto della forma originaria.

Durante l’inaugurazione è stato ricordato anche un aspetto più intimo: l’opera è dedicata alla memoria di volontari e cittadini di Fadalto recentemente scomparsi, tra cui l’ex presidente Giuseppe Bortoluzzi, che avevano sostenuto il progetto con il loro impegno. E nelle parole della presidente del Consorzio delle Pro Loco, Bortolin, è emersa l’idea più ampia: un manufatto nato per produrre calce può diventare oggi un’opportunità per un territorio che sta lasciandosi alle spalle una lunga marginalità, grazie a iniziative capaci di creare nuovi punti di interesse. Anche l’assessore Bruno Fasan ha richiamato la storia della Val Lapisina, a lungo sfruttata, e la necessità di interventi di riqualificazione inseriti in un disegno più grande, legato proprio alla Venezia–Monaco.

Per chi passa da queste parti, una sosta alla Calchera di Costante funziona come una piccola lezione all’aperto: basta guardare i sassi segnati dal fuoco per immaginare la fatica di un lavoro collettivo, e capire come memoria, volontariato e valorizzazione del territorio possano stare nello stesso punto, senza bisogno di alzare la voce.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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