Refrontolo, dal prato con le viti alla piazza: mezzo secolo di cambiamenti nel cuore del paese

Refrontolo nell'immagine di una cartolina degli anni '70
Refrontolo nell’immagine di una cartolina degli anni ’70

A Refrontolo basta una cartolina degli anni Settanta per accorgersi di quanto sia cambiato il centro del paese in poco più di mezzo secolo. Le immagini d’epoca, accostate a quelle di oggi, mostrano come la geografia urbana – cioè il modo in cui case, strade e spazi pubblici si organizzano e dialogano tra loro – si trasformi insieme alla comunità che li abita, seguendo il passo del progresso tecnologico e urbano.

Guardare una foto del passato non significa solo riconoscere un luogo: significa rileggere un paesaggio di incontri, soprattutto quando il soggetto è il centro del paese, da sempre fulcro della vita quotidiana. È qui che, per le generazioni più anziane, riaffiorano i ricordi delle vecchie sagre, delle giostre montate in mezzo al paese, delle serate trascorse tra chiacchiere e convivialità. Per i più giovani, invece, quelle immagini diventano l’occasione per fare domande ai nonni, per farsi raccontare come si viveva quando il centro aveva un aspetto molto diverso da quello attuale.

Il centro del paese come appare oggi

Una di queste cartoline, diffusa sul web da Flavio Nardi, titolare della libreria “La Pieve” di Pieve di Soligo, ritrae il centro di Refrontolo e l’area che oggi conosciamo come piazza Francesco Fabbri. All’epoca, la piazza vera e propria non esisteva ancora. Al suo posto c’era un ampio spazio verde, dove in passato crescevano filari di viti, quasi a ricordare che il cuore del paese era ancora fortemente legato al mondo agricolo e al ritmo delle stagioni.

Attorno a quello spazio non si vedevano né i parcheggi che oggi incorniciano la piazza, né la sistemazione attuale della viabilità. La zona era in parte occupata da un tratto di strada bianca, e lungo la via di transito mancavano i marciapiedi. Davanti al municipio non c’erano le aree di sosta ordinate che oggi accompagnano la facciata dell’edificio pubblico: anche in quel punto si stendeva semplicemente una superficie sterrata, che fungeva da spazio di passaggio e di fermata informale.

Alcuni abitanti ricordano che la strada principale venne asfaltata tra il 1960 e il 1961, segnando un primo passaggio dalla dimensione più rurale a una gestione più moderna del traffico. Il confronto con le immagini attuali evidenzia un’altra differenza importante: di fronte al municipio, dall’altro lato della strada, non esistevano ancora i condomini che oggi ospitano abitazioni, la banca, la farmacia e la macelleria del paese.

Questi edifici residenziali e commerciali furono costruiti tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, come ricordano diversi refrontolesi. Si tratta di anni in cui la ditta Giomo, situata poco distante, era in piena attività e garantiva lavoro a molte famiglie, contribuendo al benessere economico del paese. In quel contesto, il centro di Refrontolo ha progressivamente assunto un volto più strutturato, con servizi e funzioni concentrate attorno alla piazza e al municipio, seguendo nuove esigenze urbane e sociali.

Oggi chi attraversa la piazza Francesco Fabbri vede una scena ordinata, con parcheggi, marciapiedi, negozi e uffici che dialogano con la chiesa e con le vie laterali. Eppure, dietro questa immagine attuale, restano vivi il prato con i filari di viti, la strada bianca, l’assenza di condomini e l’eco delle sagre di una volta, quando giostre e bancarelle occupavano proprio lo spazio che oggi è pavimentato. Mettere a confronto le fotografie di allora e di oggi significa leggere, in pochi dettagli, la storia di un centro che si è trasformato per rispondere ai bisogni della comunità, senza perdere del tutto la memoria delle sue radici rurali.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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