La data è quella del 18 marzo 1976. Ore 9.50. “Dalla stazione di Milano parte il ‘Simplon Orient-Express’ che, per festeggiare i 70 anni dell’apertura del tunnel del Sempione, avvenuta nel 1906, compie un viaggio speciale di andata e ritorno tra il capoluogo lombardo e la città turca sul Bosforo già capitale, ai tempi in cui il famoso convoglio era in servizio, dell’Impero Ottomano”.
Così riportavano le cronache dell’epoca, ormai una cinquantina di anni fa. Ciò che i giornali non dicevano, però, è che quel giorno, sulla macchina a vapore che, proprio a beneficio di fotografi e giornalisti, venne fatta uscire dalla stazione di Milano per ben tre volte fino agli scambi manovre, c’era lui, Lino Dall’Armi da Cornuda, 85 anni (oggi).
Che di quel momento speciale conserva ancora, oltre all’edizione del Corriere della Sera che raccontava l’avvenimento, un ricordo indelebile. Nato ad Asolo, Lino aveva poi abitato a Castelli, frazione di Monfumo, nelle “colline silenziose”, dove la famiglia gestiva una nota trattoria – tuttora esistente – specializzata nelle frittate.
A Cornuda, Dall’Armi ci arriva nel 1965, dopo il matrimonio. Vari lavori nel suo curriculum: autista per il salumificio del paese, dipendente al Consorzio Agrario e altro ancora. “Finché un giorno, tramite un collega, venni a sapere di un concorso pubblico per lavorare in Ferrovia” racconta lui.
Lino ci prova e, alla fine, ottiene il posto. Viene subito traferito a Calalzo, poi a Belluno. Infine, nel 1972, a Milano, nella grande città. “Un bel giorno arriva il cavalier Fiore, capo deposito di Milano-Greco e raduna tutti quelli ‘abilitati al vapore’. Tra cui c’ero anch’io – ricorda Lino, con un sorriso nostalgico – E ci dice che ‘faremo l’Orient-Express'”.
Ma ne deve scegliere solo uno, il cavalier Fiore. E la scelta ricade proprio sul nostro Dall’Armi. Partenza dal binario 11. “Io ero sulla macchina a vapore quel giorno e, con me, c’erano giornalisti e fotografi che volevano vedere fumo, vapore appunto e fuoco – sottolinea l’uomo -. E così ci davamo dentro. Siamo usciti tre volte dalla stazione di Milano fino agli scambi manovre”.


E così un cornudese, seppur d’adozione, ha accostato il suo nome a quello di un’autentica icona dei trasporti su ferro (e non solo): quell’Orient-Express che, nato nel 1883, collegava Parigi Gare de l’Est a Costantinopoli (l’odierna Istanbul). Un mito poi entrato nell’immaginario collettivo, grazie a film, libri e suggestioni culturali varie. “Il convoglio dei re e il re dei convogli”, com’era soprannominato per il lusso e la maestosità che lo contraddistinguevano.
Dopo quella parentesi “gloriosa”, per Dall’Armi il rientro nella Marca e un lavoro al deposito ferroviario di Treviso, sempre a contatto, vista la sua esperienza nel campo, con il mondo delle “locomotive a vapore”. Dopo la pensione, anche un impiego (da volontario) al Museo di Montebelluna: “Perché non riuscivo a star fermo a casa”.
E anche oggi, a distanza di tanti anni, il pensiero torna spesso a quella giornata milanese: “Con lo stesso materiale di quel convoglio, poi hanno realizzato la Freccia delle Dolomiti, che faceva la tratta Milano-Calalzo”. Ma questa è un’altra storia.
(Autore: Alessandro Lanza)
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