Chiesa di San Michele Arcangelo – Stabie
La frazione di Stabie, in comune di Borgo Valbelluna, gode di una posizione privilegiata per il panorama sulla valle del fiume Piave e sulle maggiori cime dolomitiche. La sua esposizione soleggiata e ventilata ha favorito questo borgo facendolo scegliere da molti turisti provenienti dalle regioni italiane e da alcuni stati europei soprattutto nella seconda metà del secolo scorso.
Un borgo un tempo, dotato di ristoranti, alberghi e strutture per la ricezione turistica che, ancora oggi, si presenta elegante, con la sua monumentale chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. In facciata, in una lapide, è riporta la data del 1874 per ricordare l’anno di benedizione della chiesa stessa, costruita dopo la distruzione della chiesa precedente caduta a causa di un forte terremoto alla fine del XVIII secolo. A sinistra svetta il campanile del 1939.
All’interno si nota l’elegante ciborio in marmo e i riferimenti al Santo cui è dedicata la chiesa. San Michele è rappresentato in abside mentre schiaccia il demonio, lotta energicamente contro il male, difendendo la fede e la Chiesa.
L’intercessione dei Santi viene invocata anche attraverso due tele in navata che rappresentano l’una Sant’Antonio da Padova e l’altra i Santi Vittore e Corona.
Nel 1976 è presente a Stabie l’artista Giuseppe Modolo che affresca la lunetta dell’abside. Modolo, nato nel 1913 a Mareno di Piave, dopo aver dimostrato il suo talento naturale, viene accompagnato nel suo percorso artistico da grandi personalità come Riccardo Granzotto, il futuro Fra’ Claudio e il pittore di Villa di Villa Luigi Cima che lo incoraggiò a perseguire i suoi studi e i suoi interessi artistici.
Modolo fu un artista versatile che seppe sperimentare la pittura, l’affresco, la scultura, l’incisione e il mosaico. Molto presente in diverse chiese della diocesi di Vittorio Veneto, ma non solo, lasciò opere di profonda spiritualità, come a Stabie.
Chiesa di Santa Giuliana – Canai


Prima di giungere all’incontro con la Chiesa di Santa Giuliana di Canai, si lascia la piazza di Lentiai e si sale sulle colline sovrastanti, accompagnati da frequenti punti di osservazione sul territorio.
Giunti nel piccolo borgo, si passa fra le case per poi scorgere la chiesa di Santa Giuliana che si staglia in cielo come in un quadro. La posizione di questo piccolo edificio sacro è di assoluta bellezza. Dal suo erboso e curato sagrato si gode di uno dei più bei panorami su tutta la Valbelluna e sulle cime delle Dolomiti. In fondo alla valle inoltre lo sguardo si perde fra le argentee acque del fiume Piave che si protende verso la pianura.
La bellezza del Creato abbraccia la chiesa di Santa Giuliana! Il suo portale conserva ancora ben leggibile la data del 1724, in cui la chiesa venne ampliata e riorientata stranamente con abside a ovest ed entrata a est. Al suo interno, la pala d’altare racconta che la chiesa, oggi e originariamente intitolata a Santa Giuliana, fu dedicata in diversi periodi storici, anche a San Marco e alla Santissima Trinità.
Al centro della secentesca pala, domina lo spazio il Trono di Grazia: Dio Padre seduto con le gambe appena divaricate sostiene i bracci della Croce di Suo Figlio Gesù e, tra loro, è posta la Colomba dello Spirito Santo; ai lati, a sostenere la Croce, San Marco e Santa Giuliana.
Attestati visibilmente sull’altare di legno, decorato e dipinto anche gli stemmi del Vescovo della diocesi di Ceneda, Pietro Leoni (1670-1691) e del pievano di Lentiai, Ottavio Vergerio (1676-1702).
(Autore: Paola Brunello)
(Foto e video: Simone Masetto)
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