Nata a Volpago del Montello il 3 ottobre 1925, Maria Ravanello (“Mariuccia” come la chiamano affettuosamente familiari e amici) è la seconda di cinque fratelli di una famiglia contadina originaria del Montello.
Fin da giovanissima ha affrontato una vita di lavoro e sacrificio: nei campi, in filanda e come domestica in famiglie del territorio. Si è poi trasferita a Milano, dove ha costruito la sua famiglia con il marito Emilio Poloniato, con il quale ha avuto due figli.
Purtroppo, il destino non è stato clemente: il figlio Giuseppe è venuto a mancare prematuramente a soli vent’anni, e il marito è scomparso a sessanta.
Rimasta vedova, Mariuccia ha vissuto con il figlio Flavio e la nuora Sandra, trasferendosi con loro in Sardegna all’età di 89 anni. Ma il dolore ha colpito ancora: poco tempo dopo, anche Flavio è venuto a mancare. A quel punto, Mariuccia ha espresso il desiderio di tornare alle sue radici, nei luoghi dell’infanzia, vicino agli affetti più cari e all’unica sorella rimasta, Ilda, oggi ospite della struttura centrale del “Gruppo Prealpina – Residenze per anziani”.
La storia di Mariuccia è segnata da lutti e fatiche, ma anche da una straordinaria capacità di resilienza, che l’ha sempre spinta a guardare avanti con coraggio e dignità. Un esempio luminoso di forza d’animo e amore per la vita, che oggi è fonte di ispirazione per operatori, ospiti e famiglie.
Nella Casa di soggiorno Giacomo e Albino Binotto, dove risiede da alcuni anni, Mariuccia partecipa con entusiasmo a tutte le attività proposte, in particolare quelle creative e musicali. Ama colorare e cantare, passioni che conserva fin dall’infanzia, e che ancora oggi le regalano momenti di serenità e condivisione.
Il personale della struttura e i familiari si sono uniti oggi in una commovente celebrazione per onorare l’importante traguardo del secolo di vita, rendendo omaggio a una donna la cui vita racconta il valore della memoria, della famiglia e della speranza.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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