“Quando il lupo imparò a scodinzolare” è il titolo dell’incontro pubblico andato in scena ieri sera al Teatro La Loggia di Cison di Valmarino.
Un appuntamento organizzato dal Comune di Cison di Valmarino nell’ambito di “Cison di Valmarino – Borgo Vivo”, all’interno della rassegna “Sulle tracce del lupo: un viaggio tra natura, storia e scienza”.
La serata, a conclusione della rassegna stessa, ha inteso approfondire la storia “dal lupo al cane, la cronaca di un’adozione millenaria”, assieme a Giacomo Moro Mauretto, biologo evoluzionista e divulgatore scientifico.


Come ha spiegato il relatore della serata, oggigiorno i biologi hanno degli strumenti in più per capire dai fossili se questi appartengono a un lupo oppure a un cane.
I biologi sono infatti in grado di ricostruire una sorta di orologio molecolare, individuando la genesi dei primi cani addomesticati e diffusi in tutto il mondo.
La prima fase di addomesticamento importante risale a circa 22-23 mila anni fa, nell’area centro asiatica, mentre circa 28 mila anni fa i cani si scostarono geneticamente dai lupi.
I primi cani derivavano dai lupi della Siberia: a tal proposito, esistono dei reperti di lupi da cui discesero i cani, in quanto ci furono degli eventi di ibridazione.
Il processo di addomesticazione venne condotto da gruppi di cacciatori-raccoglitori delle zone fredde dell’Asia: un’ipotesi è quella che vennero presi dei lupi da piccoli (i più grandi potevano dare fastidio al momento della caccia e andare in competizione con altri animali) che si affezionarono all’uomo, iniziando a vivere nel villaggio una situazione simile a quella del branco.
Successivamente, questi piccoli lupi vennero fatti incrociare.
“Si tratta della storia più probabile e una valida ipotesi di ricerca – ha affermato il biologo – Tutto ciò venne spinto dal desiderio dell’uomo di avere accanto a sé qualcosa di diverso dal selvatico”.
“Fu una miccia fondamentale, che rese il cane l’animale più importante del mondo”, ha concluso.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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