Fonti rinnovabili, internazionalizzazione, ricerca e innovazione e, infine, giovani. Sono questi i temi chiave affrontati a fine settembre dal presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno | Dolomiti, Mario Pozza, durante la visita al Gruppo Almec, con sede nella zona industriale di Codognè.
Una realtà, quest’ultima, formata da Almec ed Euroline, due aziende legate da un profondo rapporto di sinergia e accomunate dagli stessi valori: qualità del Made in Italy, know-how e innovazione. Il tutto nell’ambito della produzione di semilavorati e prodotti finiti per il settore dell’imbottito.
A ricevere il presidente, per un proficuo confronto su presente e futuro, il presidente del Gruppo, Ampelio Antoniazzi, la figlia Barbara, amministratore delegato Euroline e socia Almec, Denis Gatti e Andrea Stivanello, entrambi Ad Euroline.


Siete entrati in una comunità energetica, quali sono i risultati di questa scelta considerato il fatto che la Camera di Commercio di Treviso-Belluno | Dolomiti è tra i soci fondatori, insieme al Consiglio di Bacino Priula e ad altri 21 comuni partecipanti, compreso il capoluogo Treviso?
Denis Gatti: “Siamo entrati nella prima comunità energetica nel 2024 e, proprio poco meno di un mese fa, abbiamo avuto i primi risultati, anche economici, di questa soluzione. La nostra volontà di entrare in una comunità energetica non è solo finalizzata alla parte economica, che comunque non disdegniamo (di certo 10 mila euro non li buttiamo via!), ma soprattutto volta a sviluppare quello che sarà il futuro, cioè utilizzare al meglio quelle che sono le risorse”.


“Euroline e Almec è da anni che sfruttano l’energia del sole tramite il fotovoltaico per riscaldare anche gli ambienti, perché non siamo aziende energivore, però i nostri riscaldamenti funzionano a energia solare, Quindi tramite il sole possiamo far star bene le persone che vengono a lavorare qua dentro di noi”.
Mario Pozza: “C’è una visione d’impresa che va certamente a sfruttare quello che anche la natura dà, quindi inquinare meno, sfruttare i tetti delle nostre aziende per produrre energia e questo credo sia il futuro. Abbiamo un Veneto, Treviso in particolare, con tantissime zone industriali e artigianali che possono essere sicuramente sfruttate in questo contesto e quindi io mi congratulo, perché essere tra i fondatori di un’azienda non energivora vuol dire che, come dicevo, si ha una visione dell’economia ma anche dell’ambiente e della sostenibilità”.
“L’Italia poi paga più di tutta Europa il costo dell’energia elettrica: a pagarla meno sono Paesi nostri concorrenti. Noi arriviamo a pagare, se non ricordo male, 80 euro al KWh e loro, il Paese che ci fa concorrenza, arriva a pagarne 25, quindi è una lotta impari con la nostra concorrenza al fuori dei nostri confini”.
Presidente, a livello di internazionalizzazione ci può spiegare come funzionano le Camere di Commercio italiane all’estero e in che modo possono essere utili alle imprese?
Mario Pozza: “Le Camere italiane all’estero hanno una funzione diversa dalle Camere di Commercio italiane. Non abbiamo il registro imprese, non abbiamo tutti quei doveri da ente pubblico nei confronti dell’amministrazione. Le Camere di Commercio italiane all’estero servono invece a promuovere il Made in Italy, per difenderlo e per accompagnare gli imprenditori che vogliono investire in quei paesi, aprendo magari dei siti industriali o delle collaborazioni commerciali, oppure esportare”.


“Sono 86 Camere in 63 paesi, copriamo tutto il mondo in sostanza. Queste Camere di Commercio hanno una storia lunghissima, che hanno più di 200 anni di storia, soprattutto quelle americane e europee. E poi ci sono le Camere di ultima generazione, come quelle asiatiche o africane”.
“Sono nate da imprenditori italiani che sono andati all’estero a cercare fortuna. Il Governo le riconosce dopo un iter, perché ovviamente sono libere associazioni che fanno riferimento alla legislazione di quel paese, però sono anche sostenute dal Governo italiano per la promozione e la difesa del Made in Italy. La loro funzione è quella di aiutare questi imprenditori, quindi spiegare a loro che vogliono investire com’è il paese, quali sono gli usi, quali i costumi e la burocrazia, per fare un esempio. Dare insomma tutti quei contatti necessari ad avviare l’impresa”.
“Noi, dopo le ambasciate, i consolati, le agenzie di Stato (quindi ICE, SACE, SINEST e Cassa Depositi e Prestiti), continuiamo ad assistere le imprese, perché gli imprenditori delle Camere di Commercio italiane e all’estero vivono in questi paesi, con la loro famiglia e con le loro aziende”.
La Camera di Commercio è coinvolta nella promozione delle imprese e dell’innovazione con i bandi sulla doppia transizione digitale ed ecologica e della responsabilità sociale d’impresa, a cui voi siete molto attenti. Come ricercate i nuovi materiali?
Andrea Stivanello: “Grazie alla Camera di Commercio abbiamo partecipato anche a workshop molto interessanti, in merito alla componente informatica, automatica della nostra azienda. Per quanto riguarda invece il nostro lavoro, quindi la ricerca dei materiali, noi normalmente facciamo ricerca sia sul mercato e magari attraverso fiere, ovvero la partecipazione a fiere italiane ed europee. Sarebbe molto interessante, nella nostra ricerca, dato che cerchiamo sempre contaminazioni e materiali anche da altri settori, poter riuscire tramite la Camera di Commercio ad avere delle relazioni anche con gli altri distretti produttivi della zona, in maniera da poter intercettare dei materiali che magari sono al di fuori dell’utilizzo normale nell’arredo”.


Presidente, è stato presentato il bando per la transizione digitale ed economica 2025. Come la Camera di commercio sostiene le piccole e medie imprese, in accordo con le strategie nazionali e provinciali?
Mario Pozza: “Le stiamo sostenendo con questo bando, che ha avuto un grande successo, e che si è proprio concluso in questi giorni. Quindi ci sarà questa assegnazione di contributo a fondo perduto, che può quasi arrivare a 40 mila euro per azienda. Qui siamo in una realtà che è innovativa, un’azienda che lavora per grandi marchi del Made in Italy, ma che purtroppo non ha grande necessità di questi tipi di bando. Perché? Perché è tutto un lavoro manuale e quindi magari bisognerà pensare di sostenere queste imprese con un bando dedicato proprio al lavoro manuale, alla specializzazione che può essere fatta tramite gli strumenti di innovazione, quindi in questo caso la manualità. Però la digitalizzazione in un’azienda come questa, per la logistica e per gli ordini, è strategica, perché il mondo è molto rapido e quindi, da quando tu ricevi l’ordine e lo mandi nella produzione, fino a quando hai finito il prodotto, devono esserci passaggi molto veloci”.


La Camera di Commercio promuove incontri per l’orientamento scuola e lavoro cercando di orientare i giovani e far conoscere loro le nostre realtà. Un’attività utile?
Barbara Antoniazzi: “Almec Group già da molti anni si relaziona con le scuole, infatti noi appunto da più di dieci anni abbiamo ragazzi che vengono a fare la famosa alternanza scuola-lavoro, adesso Pcto. E’ sicuramente uno scambio importante tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro e alcune risorse, i nostri collaboratori di adesso, sono partiti proprio tramite il Pcto con la scuola. Quindi, sicuramente, anche questa attività svolta dalla Camera di Commercio, che può mettere insieme appunto il lavoro con le scuole e le nuove generazioni, è assolutamente fondamentale, anche proprio per il semplice ma non scontato scambio di informazioni”.


Mario Pozza: “Direi che è importante perché in Made in Italy ha una sua capacità e una sua attività di mercato e la manualità è fondamentale. Dobbiamo riscoprire il lavoro manuale perché dà tante opportunità anche dal punto di vista economico e ti dà la possibilità di gestirti poi anche la vita perché l’artigiano può gestire il proprio tempo. Non sei in fabbrica, per capirci, però dobbiamo tenere alta la tradizione e, proprio come Camera di Commercio, noi facciamo queste giornate dedicate alla conoscenza dell’impresa artigiana, delle piccole imprese perché appunto c’è bisogno che i giovani comprendano il valore che il mondo dell’artigianato ha”.
“Un Paese come il nostro che ha tanta storia, tanta cultura e che tutti ci invidiano, ha saputo portare tutta questa ricchezza nella manualità e nel creare prodotti di alta qualità, che sono poi quelli più copiati al mondo”.
Viste le vostre caratteristiche e quelle dei vostri dipendenti, come pensate che possa esservi utile ulteriormente la Camera di Commercio?
Barbara Antoniazzi: “Vista la nostra compagine di collaboratori, che è multietnica e quindi ci sono varie nazionalità, ciascuna con la propria lingua, sarebbe importante avere un grande aiuto per le aziende in questo momento. Basterebbe che, quando si fanno i corsi che sono all’interno delle aziende, fossero previsti anche quelli di lingua o di educazione civica magari, perché secondo noi è importante che le persone che arrivano qui sappiano quali sono i loro diritti e i loro doveri nei confronti dell’attività, del lavoro e della società. Per questo sarebbe sicuramente molto interessante sviluppare e sostenere anche questo”.


Mario Pozza: “Noi ovviamente ci stiamo lavorando da parecchio tempo, con le istituzioni, anche con il Prefetto, proprio per far conoscere a chi viene in Italia quali sono le regole, i diritti e i doveri. L’integrazione la si ha proprio quando c’è una conoscenza di tutto questo. Noi dobbiamo fare uno sforzo maggiore perché abbiamo un calo demografico, che dovrà essere bilanciato da gente che non viene certamente da Paesi vicini, come la Francia o la Germania, che hanno gli stessi problemi, bensì da altre realtà e quindi bisognerà, assieme alle associazioni di categoria e alle istituzioni, promuovere ancora di più questa integrazione con dei corsi ad hoc”.
“Tra l’altro, proprio in questi giorni, in occasione del forum che faremo a Cison di Valmarino con i Paesi dell’America Latina, del forum PIMES, si parlerà anche di attrazione di lavoratori dai Paesi sudamericani, dal centro America proprio in Italia. Questo per una comunanza che è data da cosa? Sono Paesi latini, tantissimi sono oriundi italiani, però bisogna magari insegnar loro bene l’italiano, far capire come sono le regole, trovare una casa, perché dobbiamo dare anche una casa. Quindi ci sono tanti temi che dobbiamo affrontare ma, uno alla volta, stiamo cercando di metterli in fila proprio per far sì che le nostre impese possano essere competitive. La competizione non è data solo dal prodotto o dal design, ma anche da chi lo produce e, di conseguenza, la nostra materia prima sono proprio i collaboratori”.
Avete anche una vostra Academy, ce ne potete parlare?
Denis Gatti: “Da qualche anno stiamo cercando di sviluppare questo nuovo progetto, abbiamo già fatto la nostra prima Academy e stiamo cercando adesso nuove leve per poter sviluppare questa iniziativa a livello di gruppo. Perché prima l’abbiamo fatto a livello di azienda, adesso lo facciamo a livello di gruppo. L’Almec comunque è già da anni attiva nella ricerca delle persone, nella formazione delle persone e siamo in contatto con varie scuole del territorio per poter promuovere quelli che sono i nostri lavori all’interno del territorio e far capire cosa facciamo veramente e cercare di stimolare le nuove leve”.


Barbara Antoniazzi: “Il nostro desiderio è quello di poter, a breve si spera, avere un’Academy permanente per poter trasferire le conoscenze che abbiamo, poterle mettere a disposizione delle nuove generazioni, perché il ‘saper fare’ deve essere trasferito da chi, appunto, lo sa fare”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Mihaela Condurache)
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