Il futuro dell’ex area TMCI Padovan, ora area Fassina, una zona dismessa situata in via Maggiore Piovesana a Conegliano, è entrata al centro del dibattito pubblico e politico, a seguito della presentazione della questione all’ultimo consiglio comunale della città.
L’area, situata di fronte al Commissariato di Pubblica sicurezza e al Comando di Polizia locale, sarà riconvertita in “Green City”, un progetto con spazi destinati alla residenzialità, ma anche uffici e negozi, oltre a spazi esterni. Tutto ciò alla presenza di tre condomini, la cui altezza ha destato qualche perplessità in termini di impatto visivo.
“Mi aspettavo un dibattito – ha dichiarato Alessandro Fassina, proprietario dell’area -. L’importante è che lì venga fatto un intervento di qualità, essendo la zona all’ingresso della città (l’area è a poca distanza dall’autostrada). Abbiamo iniziato delle indagini di mercato in ambito residenziale”.
Il progetto è firmato dallo studio di architettura D+R, situato proprio in via Maggiore Piovesana: a tal proposito, l’architetto Franco Dall’Antonia ha voluto specificare alcuni aspetti relativi al progetto “Green City”.


L’iter progettuale
“Parto sempre dal concetto che i buoni progetti nascono da un buon committente, che vuole qualcosa di concreto”: è questa la premessa fatta dall’architetto Dall’Antonia, il quale ha voluto specificare che Green City è il risultato progettuale di anni di studio in riferimento all’ex area TMCI Padovan.
Come ha spiegato, studi iniziati diverso tempo fa all’interno dell’area, dopo l’acquisizione dell’area da parte di Alessandro Fassina verso la fine del 1999 e la progettualità attuale presentata in Comune il 30 marzo 2019.
“Il progetto è stato approvato nel 2025, ma non è nato adesso, ci sono stati anni di studio dietro – ha chiarito -. L’ex area industriale contava più del 50% dell’area coperta da fabbricato. L’iter è iniziato con le demolizioni e poi con la bonifica del terreno (completata e dal costo di un milione e 480 mila euro)”.


La progettualità era quindi approdata nell’apposita commissione consiliare nel 2022. “Il progetto è rimasto fermo, prima perché il Comune voleva andare in consiglio a bonifiche fatte – ha spiegato l’architetto -. Poi è emerso il problema della faglia del Montello, una criticità a livello urbanistico: si tratta di una faglia dormiente, che parte dal Montello e arriva a Udine, attraversando proprio quest’area Fassina”.
“L’anno scorso era emerso come la faglia non fosse più dormiente, ma attiva, con i relativi rischi – ha proseguito -. Sono stati condotti degli studi per questa cosa, finché la faglia è tornata ancora una volta dormiente: per questo motivo tutto è rimasto fermo per un anno”.
Parlando di tempistiche, la bonifica dell’area si è conclusa a febbraio 2024, mentre a maggio dello stesso anno è stato presentato il progetto della bonifica completata ad Arpav.
A luglio 2024 si è svolta una commissione allargata, anche con Arpav e Provincia, con il parere positivo per la progettualità giunto lo scorso dicembre.
Green City: le caratteristiche del progetto
“Oggi serve un progetto che sia subito sostenibile – la premessa fatta dall’architetto, il quale ha citato la presenza di due piazze, una coperta da 650 metri quadrati e l’altra, non coperta, di superficie pari a 3.100 metri quadrati -. Aggiungo un dettaglio importante: si tratta di piazze senza strade di attraversamento e costeggiate da percorsi ciclopedonali“.
Piazze che non saranno completamente pavimentate, ma presenteranno delle aree verdi e spazi di gioco per i bambini. In tema di aree verdi, al primo piano di una delle tre torri ci sarà un giardino da 1.500 metri quadrati, destinato ai soli residenti e completo di piscina.
Il progetto prevede diverse funzioni, come spiegato dall’architetto, a partire da quella residenziale, tramite i condomini, edifici composti da un numero di piani che varierà tra gli 11 e i 15 (“Ci sono edifici vicini che di piani ne contano 12”, ha detto Dall’Antonia), ognuno con 4-6 appartamenti.
E ancora, la destinazione commerciale, con negozi da 200 metri quadrati, che si affacceranno su via Maggiore Piovesana e un altro fabbricato adiacente ai tre palazzi, all’interno del progetto stesso, denominato “Green City one”: presenterà dei negozi al piano terra, quattro uffici al primo piano e due al secondo.


“So che il nostro progetto è stato paragonato a quello di Stefano Boeri nell’ex area Zanussi, con il suo bosco verticale, ma si tratta di due concetti differenti – ha affermato -. La nostra idea per quel luogo è antecedente a quella di Boeri”.
Dall’Antonia ha riferito che ogni appartamento avrà a disposizione dei pannelli, che potranno essere spostati, a seconda delle esigenze, dove saranno presenti edera e vite americana.
“Il nostro non è un bosco verticale, ma un concetto legato alla questione della protezione solare delle ampie vetrate: oggi, a differenza di anni fa, il problema è quello di riuscire a raffreddare gli edifici di fronte ai raggi solari – ha affermato -. Per questo, da anni abbiamo pensato e sperimentato, anche in altri edifici di nostra progettazione, dei pannelli verdi di protezione, spostabili e non rigidi, utili a creare un movimento di facciata. In questo modo, si riesce a filtrare la luce in terrazzi abitabili”.
“Per quanto riguarda la questione dell’impatto visivo dei tre palazzi, abbiamo fatto una simulazione, da cui è emerso quanto, una volta realizzati, saranno visibili e distinguibili dagli altri edifici della città soltanto salendo nella parte più alta del castello di Conegliano. Dalla simulazione risultano essere al livello della vecchia ciminiera dell’area delle ex Fosse Tomasi” ha chiarito.
“Credo che questo progetto riguardi un ambiente piacevole, riparato dalle auto e tarato sugli standard che avevamo a disposizione: non si può parlare di speculazione, come ho sentito dire – ha aggiunto -. A qualcuno potrà non piacere, ma l’importante è che presenti qualcosa di bello e di interessante”.


(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: per gentile concessione dello studio D+R Architettura – Arianna Ceschin. Video: Arianna Ceschin)
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