La donna che parlava al mondo con discrezione: la storia di Jean nella biografia di Pierantonio Foltran


“Ma come è possibile che non ci sia più Jean?” Questa è la domanda che ha colpito molti, quando la notizia della scomparsa di Jean ha iniziato a diffondersi tra Conegliano, San Polo di Piave, Susegana e le innumerevoli associazioni che da anni la conoscevano e la consideravano una presenza silenziosa ma essenziale.

Oggi, a dare voce e volto a questa domanda, arriva il libro-biografia curato dallo scrittore Pierantonio FoltranLa vita straordinaria di Jean B. Rowbottom, un ritratto collettivo che raccoglie le testimonianze di chi l’ha conosciuta, amata e stimata. Un’opera che è nata quasi per caso, da un incontro inizialmente professionale che si è trasformato in un’amicizia breve ma intensa.

“Stavo cercando una madrelingua inglese per tradurre il mio romanzo Sui tetti di Venezia – racconta Foltran – e tramite amici mi è stata suggerita una certa signora che viveva a Susegana. Ma era troppo occupata, così mi ha parlato di un’amica: Jean. Quando l’ho incontrata, lei aveva già 79 anni”.

Da quella collaborazione è nato un legame umano, che purtroppo il tempo non ha permesso di approfondire: “Ci siamo visti per un anno e mezzo, poi Jean è scomparsa all’improvviso. Solo dopo, parlando con amici e conoscenti, ho scoperto quanto fosse coinvolta nella vita della comunità, quanto facesse senza mai cercare di mettersi in mostra”.

Il libro diventa così un delicato puzzle, costruito intervista dopo intervista: ogni persona aveva un pezzo, una sfumatura, un ricordo, perché Jean era anche questo – riservata, discreta, profondamente autonoma. Ma ciò che unisce tutti è un tratto comune: l’affidabilità totale. “Chiunque ti dirà: se Jean si prendeva un impegno, lo portava a termine. Sempre”.

Originaria dell’Inghilterra, Jean era partita poco più che ventenne per l’Africa, dove ha vissuto e lavorato per diversi anni, prima di trasferirsi definitivamente in Italia. Qui, dopo la tragica morte del marito in un incidente stradale, si è reinventata con determinazione: traduttrice, insegnante d’inglese, consulente linguistica per aziende del calibro di Zanussi e Zoppas. E insieme a questo, una dedizione profonda alla comunità.

La copertina del libro

Jean è stata una presenza silenziosa ma costante all’interno di molte realtà del territorio: il CAI di Conegliano e San Polo di Piave, il Premio Gambrinus-Giuseppe Mazzotti (di cui è stata per anni parte della segreteria), la Biofoves, il San Polo Tour con cui ha viaggiato in tutto il mondo. Amava le colline di Conegliano, dove partecipava alle passeggiate serali, lo sci, la lettura, la musica, i bambini, le battaglie ambientali. Vent’anni fa aveva già predisposto un testamento a favore del WWF. Una vita sobria e coerente, guidata da valori solidi e da una curiosità mai doma.

“Era una donna informata. Sapeva rivolgersi con lo stesso garbo a un bambino o a un accademico. Ed era capace di ascoltare.Una dote rara, oggi”.

Il libro non è solo un omaggio a Jean, ma anche un manifesto implicito sul ruolo delle associazioni locali. “Raccontando lei – dice Foltran – racconto anche tutto quel tessuto vivo che tiene insieme le nostre comunità. Associazioni culturali, ambientali, sociali: sono l’humus di questo territorio. Ma oggi rischiano di spegnersi per mancanza di ricambio generazionale. Abbiamo guide alpine, traduttori, storici, attivisti: ma se i giovani non raccolgono il testimone, un patrimonio intero rischia di andare perduto”.

In questo senso, Jean è anche un appello alla consapevolezza. “Non ci rendiamo conto di quante cose preziose abbiamo attorno, di quante persone lavorano nell’ombra per il bene comune. Questo libro vuole essere anche un modo per dire grazie. A lei e a tutti quelli come lei”.

(Autore: Francesco Bruni)
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