Ha fatto alzare i toni la mozione presentata all’ultimo consiglio comunale di Conegliano, dello scorso mercoledì, presentata dai consiglieri comunali di opposizione Francesca Di Gaspero e Giovanni Maccarrone (Noi Democratici), assieme ad Alessandro Bortoluzzi (gruppo misto).
Una mozione che, in sostanza, chiedeva l’introduzione della cittadinanza onoraria del Comune di Conegliano ai minori stranieri residenti in città, che abbiano completato un ciclo di studi e altre azioni per implementare l’integrazione della comunità.
Il tema ha scatenato non pochi battibecchi, con riferimenti diretti alla situazione sociale e politica del nostro Paese.
In generale, la mozione è stata considerata “poco opportuna” per il dibattito in un consiglio comunale di un’amministrazione locale e non è mancato chi ha considerato il testo una vera e propria manovra pensata in vista del referendum dell’8 e 9 giugno.
A eccezione dei tre proponenti, il resto del consiglio ha bocciato la proposta. Contrari anche i gruppi di opposizione della Lega e “Libertà civica e popolare. Conegliano al centro” (Fratelli d’Italia era assente).
“Conegliano è una comunità mista, con cittadini e studenti stranieri sempre più numerosi – la premessa fatta da Di Gaspero – Il Comune sta facendo abbastanza per integrare? Esistono storie di mancata tutela, che ci toccano da vicino”.
Di Gaspero ha quindi osservato che un Comune non debba occuparsi solamente di pratiche amministrative, mettendo al tempo stesso in discussione la gestione e l’atteggiamento generale tenuto durante le sedute consiliari.
Pertanto, Di Gaspero ha ribadito la proposta di istituire la cittadinanza onoraria, da conferire tramite una cerimonia pubblica, dove sindaco (alla presenza degli assessori) consegni copia della Costituzione, Carta europea e attestato personalizzato ai minori stranieri residenti in città, che abbiano completato un ciclo di studi e altre azioni in tema di integrazione nella comunità.
Critico il consigliere di maggioranza Matteo Zucol (Forza Italia) il quale ha osservato che, sulla base della propria esperienza, non noterebbe tutti questi problemi di integrazione, ricordando le varie feste delle associazioni e scolastiche organizzate.
“La nostra volontà di integrare i cittadini è uno dei tratti distintivi di questa giunta”, ha affermato, ricordando anche gli aiuti portati all’Ucraina.
“Dobbiamo smetterla di pensare soltanto all’Egonu o ad altri campioni”, le parole di Giovanni Maccarrone, il quale ha invitato il consiglio comunale a pensare alle persone in difficoltà.
Di diverso indirizzo l’intervento dalla maggioranza di Paolo Manzalini (Chies sindaco. Avanti tutta): “Credo sia un atto politico calato dall’alto – le sue parole – È un dibattito che non riguarda quest’assemblea, che non deve essere usata per fare della propaganda”.
Non ha condiviso questo pensiero Alessandro Bortoluzzi il quale, invece, ha osservato che, a suo avviso, “sono invece temi di pertinenza del consiglio”.
“Questa è una proposta di buon senso e votare a favore è un atto di maturità politica”, ha dichiarato.
Enzo Perin (Chies sindaco. Avanti tutta) ha da parte sua ricordato che la cittadinanza onoraria, per sua definizione, viene di norma conferita a chi ha dato un lascito rilevante in diversi campi della società.
Il consigliere ha, allo stesso tempo, invitato i proponenti della mozione a “non fare della poesia”, in quanto si tratta di un atto “che non risolve nulla”, in tema di immigrazione e integrazione.
La discussione si è protratta con toni accesi mentre, dalla minoranza, Stefano Dugone (Libertà civica e popolare) ha osservato che si tratta di “un tema legislativo che andrebbe discusso a livello più alto”, ribadendo quanto la cittadinanza onoraria sia, di fatto, un’onoreficenza per chi ha dato un lascito in vari ambiti.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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