Sempre più Pet therapy: Baloo, Ciambella e Havana portano amore in psichiatria

La presentazione del progetto di pet therapy

“La relazione che cura” è un progetto di educazione assistita con i cani rivolto a pazienti ricoverati nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) dell’ospedale “Santa Maria dei Battuti” di Conegliano.

Havana gioca con il Dg dell’Ulss 2 Francesco Benazzi

Redatto dal Dipartimento di salute mentale del Distretto Pieve di Soligo e dalla Cooperativa Insieme si può, con la collaborazione della fattoria Borgo Casoni, intende ampliare le capacità relazionali, ridurre i problemi comportamentali, ottimizzare l’utilizzo delle capacità fisiche dei pazienti selezionati in base al profilo diagnostico, valutati all’inizio e alla fine del trattamento. La partecipazione all’attività è su base volontaria vincolata.

Il progetto è stato presentato oggi giovedì nel giardino della sala conferenze “Monsignor Dal Col” dell’Ulss 2, con protagonisti assoluti Havana (border collie di 5 anni) e Ciambella (labrador retriever di 7 anni), che insieme al “collega” Baloo (meticcio di 7 anni) entrano ogni settimana in psichiatria portando amore e benefìci agli utenti del servizio.

Così il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, grande amante dei cani, commenta il progetto: “Lavorare con gli animali significa portare amore all’interno di situazioni di criticità e sofferenza, dove la persona, avvicinandosi al cane, cresce nell’ottimismo e nella capacità di “ritornare” alla vita. Utilizziamo già la pet therapy in pediatria e geriatria, e ora ringrazio la dottoressa Carola Tozzini (direttrice della Psichiatria del distretto pievigino ndr) per questa intuizione stupenda, la cooperativa Insieme si può e il direttore medico perché anche nel reparto coneglianese riusciamo a lavorare con gli animali, aiutando i pazienti a fare un percorso di vita che li faccia tornare nella comunità a pieno titolo”.

Lo stesso Benazzi si è prestato volentieri a giocare con Havana, chiamata a “scoprire” del cibo nascosto sotto dei coni: una “missione” compiuta in tempi rapidissimi, mentre poco dopo Ciambella si è prestata a un breve “slalom” tra personale sanitario e giornalisti presenti.

“Questo progetto – spiega l’Ulss 2 – si concretizza in un percorso educativo in cui si ritiene che la relazione con il cane possa promuovere benessere e facilitare il raggiungimento degli specifici obiettivi individuati. La capacità di sviluppare con il cane fiducia, empatia, profonda intesa e complicità rende speciali e significative le attività proposte. Nell’azione educativa, il cane è in grado di provocare la “scintilla” che, se opportunamente colta, indirizza verso il perseguimento delle finalità progettuali, quali favorire l’autonomia, la capacità di portare a termine il compito, il problem solving, la competenza relazionale e l’autostima di sé”.

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(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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