Un clima rovente ha caratterizzato la riunione tenutasi ieri sera al Palasport Giovanni Paolo II di via Emilio Antoniazzi a Conegliano, dove si è tenuta la presentazione della nuova stazione di posta che, proprio in quella via, è destinata a sorgere.
Presenti oltre ai residenti, al sindaco Fabio Chies e al comandante della Polizia locale Claudio Mallamace, una folta rappresentanza sia della maggioranza che della minoranza, con una dirigente dei Servizi sociali della città.
Secondo quanto riferito in riunione dal sindaco, la stazione di posta sarà un luogo di breve accoglienza di persone che, individuate dai Servizi sociali comunali, si trovano in una situazione di precarietà economica o abitativa (ad esempio, in uno stato di mancanza di servizi igienici adeguati) o, comunque, che si trovano “in un momento di difficoltà della loro vita”.
Un luogo dove poter “ritrovare la strada” perché, come affermato da Chies, “le persone in difficoltà un giorno potremmo essere noi”.
Chies ha quindi ribadito come si tratti di una progettualità necessaria nel territorio, specialmente in quello del Comune capofila di un’area vasta di altri 28 Comuni, come nel caso di Conegliano.
La struttura sorgerà al posto di una struttura di edilizia popolare disabitata e conterà una superficie pari a 320 metri quadrati, per tre piani.
Il pianoterra vedrà uno spazio di accoglienza e un servizio di lavanderia; il primo piano ospiterà degli uffici; il secondo 5 camere (4 per una persona e una con due posti letto), tutte comprensive di un bagno.
Tutto per il costo complessivo pari a un milione di euro, per una struttura che verrà gestita (anche di notte) da educatori e operatori sociosanitari in stretta connessione con i Servizi sociali e non dalle Forze dell’Ordine.
Nonostante le parole spese dal primo cittadino per un progetto che, a suo dire, dovrebbe dimostrarsi a servizio delle nuove necessità sociali presentate dai nostri tempi, i residenti non hanno nascosto il proprio disappunto, legato in primis al fatto di non essere stati interpellati o ascoltati in anticipo rispetto ai tempi di progettazione.
Un’insoddisfazione espressa, in realtà, prima dell’inizio della riunione e fattasi sentire anche dopo. Tra le cose lamentate dai residenti c’è stata “una scarsa sensibilità dimostrata verso i bisogni della popolazione” e un progetto che, a loro dire, stonerebbe con il paesaggio urbano circostante o, comunque, sorgerebbe vicino ad altre abitazioni.
“Monitoreremo la situazione e, se qualcosa andrà storto, prenderemo i dovuti provvedimenti” è stato detto ieri sera tra la platea.
Contestata anche la cifra necessaria al progetto e la location stessa, al quale è stato preferito un luogo alternativo come l’ex caserma San Marco.


Maurizio Tondato (capogruppo della Lega) è intervenuto osservando che, secondo lui, la questione avrebbe dovuto essere condivisa prima con i residenti e non “venire calata dall’alto”.
Tondato ha chiesto una destinazione diversa per lo stabile, ad esempio per anziani privi di una rete di supporto familiare.
Il capogruppo ha quindi espresso preoccupazione per il servizio notturno della stazione di posta, affermando che un presidio stabile delle Forze dell’Ordine tranquillizzerebbe la popolazione residente.
Il consigliere di opposizione Alessandro Bortoluzzi (Gruppo misto) ha giudicato legittima la preoccupazione dei residenti che “questa struttura possa portare degrado”.
“In altre situazioni come questa, il servizio viene affidato ad associazioni che hanno una convenzione”, ha affermato Bortoluzzi, il quale ha ricordato la serietà che tali associazioni devono dimostrare nell’assicurare un controllo costante.
Il consigliere di minoranza ha quindi ricordato che ogni anno la stazione di posta richiederà dei costi.
Dal canto suo, Chies ha ricordato quanto la struttura serva “a trovare un nuovo ricollocamento a persone in difficoltà”.
Successivamente ha affermato che l’ex caserma San Marco non avrebbe potuto essere un’opzione valida, perché di proprietà dell’azienda sanitaria Ulss 2.
“Per quanto riguarda il ricovero notturno, queste persone non verranno lasciate sole – ha dichiarato il primo cittadino -. Io la vedo come un’azione di civiltà”.
Parole che non hanno convinto i residenti.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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