Inclusione, patriarcato, antifa, lgbtqia+ (in aggiornamento). Scordatevi le parole d’ordine del “politicamente corretto”, con la sua variante estrema woke, di oggi.
Nel nuovo brano di successo di AaLE, il commercialista pop, al secolo Alessandro Andreetta, di Conegliano ma con studio a San Vendemiano, l’unica forma di discriminazione tollerata è quella tra “teste di ca**o e non“. “Perché – come spiega lui – passare dalla tutela alla ‘dittatura’ delle minoranze è un attimo, come stiamo purtroppo vedendo!”.
Una canzone “leggera”, la sua, che però affronta un tema caro all’autore: quello della (presunta?) “discriminazione dell’uomo bianco”, in un’epoca di omologazione in cui, ahinoi, il sacrosanto diritto delle minoranze ad essere tutelate sembra appunto si stia evolvendo in una nuova e sfuggente forma di “dittatura” del pensiero unico.
Dove chi dissente dal “gregge belante” e si ostina ad andare controcorrente, come l’autore del brano in questione, viene subito additato, deriso, etichettato e squalificato. Da qui nasce il singolo autoprodotto “Uomo bianco”, che sta rapidamente scalando le classifiche ed è appena entrato nuovamente (come già la canzone pubblicata lo scorso dicembre) nella top 10 dei singoli indipendenti (segno che anche nel mondo indie, al di là delle opinioni di facciata, questa presa di posizione riscuote consensi).
“Avrei potuto parlare di amore e di vacanze…ma ho pensato che una riflessione sul tema delle etichette (antifa, nazi, patriarcato, lgbt+, BLM, Q Anon etc) e delle discriminazioni (uomo maschilista, donna femminista, uomo bianco, giallo, nero) era ormai opportuna – spiega Andreetta, il commercialista pop – Oggi mi sembra che le discriminazioni abbiano fatto un ‘giro completo’ e che, alla fine, l’uomo bianco over 30, etero, sia di fatto il più discriminato. E’ diventato tutto ‘too much'”.
E ancora. “Ci sono dei chiari segnali, sia giurisprudenziali sia politici che ora, dopo anni in cui l’uomo bianco veniva additato come responsabile di tutte le discriminazioni, ci si renda conto che anche le categorie notoriamente discriminate, discriminano a loro volta e tra loro – prosegue il cantante (per hobby) -. Trump è stato votato da immigrati e gay, mentre in Germania Alice Weidel, lesbica con una partner dello Sri Lanka, è la leader di AfD, un partito di estrema destra. E’ noto che il ‘gay pride’, con tutte le sue forzature, non piace a una buona fetta della comunità gay…non parliamo nemmeno di Israele e Palestina o Russia e Ucraina. Solo nominando questi temi ci si imbatte in una quantità incredibile di intersezioni di categorie ‘discriminate’, che a loro volta ne discriminano altre”.
A testimonianza che l’inclusione a tutti i costi potrebbe in realtà essere solo un miraggio, se non un’arma a doppio taglio.
“Senza andare a scomodare la geopolitica, è sotto gli occhi di tutti il fallimento della politica ‘ultra-woke’ della Disney, specie nell’ultimo film Biancaneve, dove uno specchio bugiardo e un principe dipinto come stalker, sembrano aver sconvolto i piani futuri della società – sottolinea ancora il commercialista pop – E senza scomodare le grandi compagnie, posso testimoniare che quando purtroppo vediamo notizie di femminicidi in tv, la mia compagna si rivolge puntualmente a me dicendomi: ‘Voi maschi guarda come siete…’. Questo mi ha fatto pensare e allora ho fatto attenzione a tutte quelle situazioni in cui effettivamente il capro espiatorio è l’uomo bianco“.
Da qui l’idea del singolo, che vuole far riflettere il pubblico sulle discriminazioni (che esistono eccome!), ma soprattutto sulla discutibile moda contemporanea di ridurre tutto a sigle o etichette. Stereotipi che, anziché risolverla, addirittura la alimentano, la discriminazione.
“La diversità è alla base della natura, non si può condannare ma si deve solo accettare – conclude Andreetta – L’inclusione forzosa è come quando si litigava con gli amichetti e ci si faceva accompagnare dalla mamma. Al momento tutto bene, poi quando mamma ti lasciava solo, le cose peggioravano ulteriormente!”.
E quindi? Quale potrebbe essere la ricetta per una migliore convivenza tra “diversi”? “Il buon senso – risponde l’autore della canzone – Se uno usa il buon senso non ha motivo di catalogare la persona che ha davanti per sigle, ne saprà valutare la diversità e il modo di porsi reciproco. La musica insegna che il genere è importante ma che alla fine, conta sempre e solo la differenza tra la buona musica e quella brutta. La stessa cosa vale per le persone: l’unica differenza è tra quelle di buon senso e le TDCD+“. E qui non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni.
Il progetto AeLE
Il progetto AaLE nasce da una lunga gavetta, fatta di risultati anche internazionali. Don’t Cry è stato il 5° singolo solista di AaLE, arrivato dopo Luminol, Non hai saputo dire no, So Confused e All Black (quest’ultima ha raggiunto la top 10 dei singoli indipendenti lo scorso dicembre).
Commercialista PoP
Pagina IG nata a ottobre 2024, che prende spunto da temi nazional popolari, per fare divulgazione.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Andreetta)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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