Gli Artiglieri da montagna di Pontebba 1976 rinsaldano l’amicizia nata tra le macerie del terremoto

Si sono ritrovati nei giorni scorsi a Cornuda gli artiglieri da montagna trevigiani (più un paio di padovani) della 23.ma Batteria del gruppo Belluno, di stanza a Pontebba nell’ormai lontano anno 1976. Hanno voluto rivedersi per rinsaldare un’amicizia nata tra le macerie di una parte del Friuli ferito dal disastroso terremoto di quell’anno.

Non solo, ma anche per programmare un incontro con quanti più commilitoni possibili per il prossimo anno che sarà il cinquantesimo dalla partenza per il servizio militare. Al lavoro c’è Danilo Piovesan, allora magazziniere della 23.ma Batteria che con una ricerca certosina di anni ha messo insieme centinaia di nominativi. Certo, diversi sono andati avanti, ma è bastata negli altri la sua chiamata per riaccendere quell’amicizia e risvegliare uno spirito di corpo come quello che caratterizza gli alpini. Sentimenti maturati in lunghi mesi passati insieme nella caserma “Bertolotti” di Pontebba, sede del Gruppo Belluno del 3. Reggimento Artiglieria da Montagna della Julia.

Al miniraduno fissato al Vecio Torcio di Cornuda hanno risposto una ventina di ex artiglieri da montagna. Rigorosamente tutti della 23.ma Batteria, provenienti dalle province di Treviso e dalla vicina Padova. Molti non si vedevano tutti insieme dalla fine del servizio militare, e alla soglia dei 70 anni, arrivati da Montebelluna, Castelfranco Veneto, Gorgo al Monticano, Vittorio Veneto, Breda, Loria, Castagnole, Salgareda, Ponzano Veneto, Venegazzù, Conegliano, Ogliano, e anche Albignasego e Padova. Qualcuno si è riconosciuto ancora solo da un’espressione, dalla postura, all’incarico del tempo o al ricordo del cognome.

E se qualcuno aveva avuto modo negli anni di rivedersi, magari a piccoli gruppi alle adunate nazionali e trivenete, oppure al raduno annuale di Pontebba, solo i trevisani e padovani, e soprattutto della 23.ma Batteria comandata dal capitano “zio” Amilcare Casalotto (ora generale in congedo) hanno avuto modo nelle poche ore passate insieme di far riemergere i ricordi della vita militare, aneddoti ancora inediti e a quel tempo rimasti impuniti. In tutto la voglia di rinnovare l’appuntamento per il 2026, che segnerà il mezzo secolo della loro naja.

(Autore: Fulvio Fioretti)
(Foto: Per concessione di Danilo Piovesan)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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