A vent’anni lasciano l’università e rilevano una carpenteria: la storia di Veronica e Bruno, capacità manuali e forza d’animo alla Demetra Srl di Col San Martino

Questa è la storia di un ragazzo e di una ragazza di vent’anni che durante la pandemia hanno rilevato un’attività artigianale. E già qui, direbbero in molti, ci sono gli elementi per esserne sorpresi.

Ciò che caratterizza maggiormente la Demetra Srl, con sede a Col San Martino, è però la natura di quest’attività, che richiede una manualità e un approccio alla meccanica che le nuove generazioni sembravano aver dimenticato: il core business di quest’azienda sta nella produzione di girarrosti e altri macchinari per la cucina veneta tradizionale. Il processo produttivo segue logiche artigianali, ma richiede conoscenze meccaniche specifiche, che il titolare precedente di quest’attività ha creato, più che imparato nel tempo.

Questa complessità, comunque, non spaventa Bruno Bisol e Veronica De Bona, che a vent’anni appena compiuti sanno utilizzare un tornio, una saldatrice e conoscono a memoria le misure delle boccole che servono a costruire la parte rotante di uno dei loro girarrosto.

Nel loro laboratorio, al piano interrato, i due giovani soci sanno portare a termine praticamente tutte le operazioni, comprese quelle legate alla proposizione commerciale e alla gestione degli ordini. Hanno anche rinnovato l’area produttiva, riordinato l’inventario e oggi ambiscono ad allargare la propria rete.

La decisione di assumersi la responsabilità di portare avanti un’attività del genere nasce durante la pandemia: “La didattica a distanza mi ha allontanato dall’Università. Ho cominciato a prendere voti peggiori e ho deciso di iniziare qualcosa di pratico – spiega Bruno, mentre lavora con il tornio – C’era quest’opportunità, così abbiamo unito le forze e abbiamo iniziato”.

Per quanto riguarda Veronica, la lavorazione del metallo non è qualcosa di nuovo: “Ho avuto la fortuna di imparare a saldare con mio padre, che ha una carpenteria – spiega la ventenne – La cosa più difficile qui è stato imparare a memoria tutti i processi. A insegnarci il mestiere è stato il vecchio titolare: è stato lui a creare molte di queste macchine”.

“Quando siamo arrivati abbiamo trovato un reparto commerciale attivo, ma era necessario ritrovare il giusto ritmo tra ordini e richieste e riallacciare i rapporti con alcuni fornitori – spiega Bruno, – Abbiamo dovuto apportare alcune modifiche anche dal punto di vista burocratico: non c’è nessuno che ti dà queste informazioni. Nessuno. Nemmeno il nostro commercialista sapeva come muoversi. Abbiamo dovuto pedalare forte per poter arrivare ad avviare l’attività”. 

Come spiegano i due soci, i girarrosti della Demetra sono macchine pensate per i professionisti della ristorazione, ma vengono richieste anche a livello privato grazie all’abitudine di preparare lo spiedo tra amici e in famiglia. L’idea di Bruno e Veronica è quella di riuscire col tempo ad allargare la propria clientela promuovendo anche all’estero la tradizione veneta dello spiedo: la società ha già instaurato dei rapporti con rivenditori e altri produttori, con la vendita al cliente di friggitrici, forni da pizza e altri macchinari simili.

La loro priorità rimane la qualità e l’affidabilità meccanica degli ingranaggi, del motore e delle componenti esterne composte in inox alimentare, che vengono adattati a seconda delle dimensioni dei vari modelli, che vanno dalle centinaia alle migliaia di euro.

A camera spenta, chiediamo a Veronica e Bruno quanti tra i loro coetanei comprendano la loro scelta di lasciare l’Università e mettersi a lavorare in una carpenteria, della quale sono tra l’altro i diretti responsabili: “Spesso si complimentano con noi – rispondono – Rispettano questa scelta, ma aggiungono anche che no, aprire un’attività artigianale non farebbe per loro”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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