Aprirsi al mondo per vedere le cose con occhi diversi: è sicuramente uno degli obiettivi al centro degli Erasmus Days, progetto accolto nell’ambito del programma di mobilità Erasmus + dall’Istituto “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo e presentato lunedì nell’auditorium Battistella Moccia.
Una serata durante la quale sono state condivise le esperienze di mobilità studentesca (sia in entrata che in uscita) vissute dai ragazzi, venuti a contatto con coetanei dalla Groenlandia e dal Portogallo, e dai loro insegnanti. Allo stesso tempo, sono state presentate le iniziative di mobilità previste per l’anno scolastico 2025-2026.
Dopo un’introduzione da parte della dirigente scolastica Gaetanina Da Fermo, la parola è passata (foto sotto) a Valentina Lucchetta (assessore di Pieve di Soligo), Mattia Perencin (sindaco di Farra di Soligo) e Giulia Scapol (assessore di Sernaglia della Battaglia).


“Un progetto unico e un’esperienza importante dal punto di vista umano – il commento dell’assessore Lucchetta -. Spero che questa esperienza di Erasmus possa portare i ragazzi a guardare a tutto ciò che di bello c’è”.
“Grazie agli studenti e ai genitori che vedono l’Erasmus come un’opportunità e un’occasione di formazione”, ha dichiarato il sindaco Perencin.
“Ringrazio i docenti, che hanno lavorato per portare avanti tutti i progetti. Questa è un’iniziativa che dà ai ragazzi una consapevolezza utile anche per quando saranno in età adulta”, ha detto l’assessore Scapol.
Il progetto Erasmus ha preso piede nel 1987, in ambito universitario, per poi rivolgersi anche agli studenti di scuola superiore: finora sono 4,4 milioni gli studenti che hanno partecipato a questo progetto.
A maggio 2025 due gruppi di studenti dalla Groenlandia e dal Portogallo sono stati ospitati dalle famiglie di alcuni studenti del Casagrande.
Come hanno raccontato alcune ragazze coinvolte, si è trattato di un’opportunità di conoscenza reciproca, con gite ed escursioni, visite turistiche e momenti vari di condivisione.
Il cibo, il carattere e il livello di conoscenza della lingua inglese sono le prime differenze emerse, come raccontato dalle studentesse, le quali hanno evidenziato quanto sia stata preziosa la condivisione della quotidianità.
“Di questa esperienza ci rimarranno i ricordi e le nostre amicizie” hanno spiegato le ragazze.
Altre tre giovanissime, invece, hanno raccontato come è andato il loro viaggio in Portogallo, così come hanno poi fatto alcuni docenti coinvolti.
Sicuramente la prima differenza emersa è il sistema scolastico: in Portogallo, infatti, la scuola superiore dura 4 anni e non 5, mentre le lezioni occupano sei ore al giorno (dalle 8.30 alle 17.30), con varie pause intermedie e corsi a scelta. Non sono mancate le testimonianze dei genitori italiani coinvolti nell’esperienza di ospitalità degli studenti stranieri.
“Inizialmente dovevamo capire come agevolarli e, così, abbiamo prima contattato i loro genitori, anche per sapere se avessero abitudini, anche alimentari, particolari – hanno riferito -. Tutto è accaduto naturalmente: il cibo è stato un mezzo di comunicazione tra i ragazzi. Un’esperienza quindi positiva, che ha educato i ragazzi a guardare oltreconfine”.
“Un ‘grazie’ alla scuola per aver dato questa bella opportunità” hanno concluso.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata