Attentato a Ranucci: esplose due auto sotto casa del giornalista di Report

Le auto del giornalista e conduttore del programma Rai “Report”, Sigfrido Ranucci, e quella di sua figlia sono esplose nella tarda serata di ieri giovedì a Campo Ascolano, alle porte di Roma, venendo completamente distrutte dalle fiamme.

A dare la notizia è stato lo stesso Ranucci sui social: “Due ordigni hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l’intero quartiere” ha scritto il giornalista d’inchiesta.

Sui canali ufficiali di Report si parla di “un ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista” e si sottolinea che “la potenza dell’esplosione è stata tale da poter uccidere chiunque fosse passato in quel momento”.

L’esplosione ha danneggiato anche l’altra vettura di famiglia e un’abitazione vicina. Sul posto sono intervenuti Carabinieri, Digos, Vigili del fuoco e Scientifica.

Ranucci, raggiunto dall’ANSA, ha raccontato: “Sono in auto con la scorta dei Carabinieri e sto andando a denunciare quanto accaduto. Mia figlia ha parcheggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell’esplosione. Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma bisogna capire la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice”.

Nel video diffuso dalla trasmissione si vede la parte anteriore dell’auto del giornalista completamente distrutta, mentre quella della figlia appare gravemente danneggiata. L’ordigno, piazzato sotto la vettura, avrebbe colpito anche la casa accanto. Secondo quanto spiegato da Ranucci, il mezzo era stato parcheggiato in quel punto dal figlio ieri all’ora di pranzo.

Il conduttore è sotto scorta dal 2014, dopo minacce di morte da parte della mafia. Negli ultimi mesi aveva denunciato un “clima di isolamento e delegittimazione” e ricordato episodi intimidatori subiti, come il ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa e il pedinamento di persone poi identificate dalla scorta.

Le reazioni politiche sono state immediate: il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di “un gesto gravissimo, vile, inaccettabile”, ribadendo la propria solidarietà al giornalista e alla sua famiglia.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “piena solidarietà e ferma condanna per il grave atto intimidatorio”, sottolineando che “la libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili”.

“Quanto successo a Pomezia è di una gravità inaudita e inaccettabile” ha scritto su X il vicepremier Matteo Salvini, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di “violenza ingiustificabile”.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha assicurato “il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori” e disposto “il rafforzamento di ogni misura di protezione” per Ranucci.

Solidarietà è arrivata anche dalla Rai, con l’amministratore delegato Giampaolo Rossi e l’intera azienda che hanno definito l’accaduto “un grave e vile attentato intimidatorio”, ribadendo che “la libertà informativa è l’essenza vitale della democrazia”.

Sull’episodio indagano i Pm della Direzione distrettuale antimafia di Roma, con il sostituto procuratore Carlo Villani coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò. L’ipotesi di reato è danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso, in attesa delle prime relazioni ufficiali delle forze dell’ordine intervenute.

(Autore: Simone Masetto)
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