Se si parla di lunario nella cultura popolare, sicuramente alla maggior parte di noi viene in mente il tradizionale Schieson Trevisan (a cui, di recente, è stata dedicata una mostra a Conegliano, organizzata dall’associazione Trevisani nel Mondo), da sempre un riferimento per la quotidianità dei nostri territori.
In realtà è esistito un altro lunario, ovvero “El Mago Boscariol”, che don Carlo Agnoletti, di Giavera del Montello, iniziò a scrivere alla fine del 1876.
Don Carlo Agnoletti era un insegnante del Seminario Vescovile e, in precedenza, aveva scritto un manoscritto di nove fogli, intitolato “Lunari del Boscariol par l’ano 1870”.
Il primo El Mago Boscariol uscì nel 1877 e, oltre a contenere una serie di pronostici, invitava il popolo a tenersi alla larga dai vizi, perseguendo la linea del buon costume, così da poter ottenere benessere e felicità.
I suoi pronostici erano vere e proprie poesie in dialetto montelliano e, per un certo tempo, furono la continuazione diretta del più noto Schieson, con cui condivideva anche la tipografia.
El Mago Boscariol nelle edizioni del 1887, 1888, 1889, 1891, 1892 e 1896 presentava il sottotitolo “ossia el vecio Sc’eson Trevisan” e veniva stampato nel formato di un libriccino o di un foglio o, addirittura, in entrambi i formati, sempre a seconda delle annate.
Lo stile di questo lunario ricordava quello dello Schieson e presentava anch’esso l’immagine di un mago astronomo, con un copricapo in testa, intento a osservare il cielo stellato con il proprio cannocchiale.
Ma si differenziava per la presenza sullo sfondo di un tempio antico, il cui stile ricordava molto quello canoviano di Possagno. Erano inoltre visibili una sfera armillare, una clessidra, un compasso e un mappamondo.
Negli anni il lunario cambiò varianti: nel 1917, ad esempio, il mago (disegnato da don Carlo Corazza) calcava in testa un berretto da notte e si trovava a cavalcioni di un aeroplano, intento a guardare il cielo (richiamando, quindi, il periodo della Grande Guerra).
Oltre a ciò, per un periodo il lunario venne chiamato “El Cagnan”, per poi tornare a essere indicato come El Mago Boscariol.
Dopo la morte di don Carlo Agnoletti, il lunario venne portato avanti da monsignor Arnoldo Dal Secco di Treviso, che lo curò fino al 1968.
Poi se ne occuparono don Orazio Mondin (1969-1984), Emanuele Bellò (1987-1989) e il reverendo Scotti.
Una storia, quella rapprasentata da El Mago Boscariol, che mostra quanto i lunari fossero molto radicati nel territorio.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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