L’ospedale “San Valentino” di Montebelluna entra tra i primi 15 a livello nazionale nella classifica di Agenas, ovvero dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali.
Una graduatoria dei migliori ospedali italiani che si basa sulla valutazione di otto aree cliniche: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia.
Alla base della valutazione c’è il “treemap”, uno strumento utilizzato per le attività di report, che permette di rappresentare sinteticamente la qualità delle cure fornite presso una struttura attraverso gli indicatori relativi alle suddette aree.
Solo due le strutture a ottenere la massima valutazione in tutte le aree indicate: l’ospedale di Savigliano in Piemonte e quello di Mestre in Veneto. La nostra si attesta comunque come seconda regione, dietro solo alla Lombardia, con 3 strutture valutate positivamente in 6, 7 o 8 aree. Tra queste, appunto, con 6 aree, il San Valentino.
“Intanto un ringraziamento va a tutti gli operatori, quindi medici, infermieri, OSS, al direttore dell’ospedale, ai direttori dell’unità operativa complessa per il lavoro svolto – il commento del direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, Francesco Benazzi -. Per noi è ovviamente un passo in avanti nella logica del lavoro di rete, che vede l’ospedale di Treviso come centro di riferimento hub e l’ospedale di Montebelluna che diventa un riferimento per una serie di patologie trattate. Quindi piena soddisfazione, con l’augurio che, per il prossimo anno, altre strutture dell’Ulss 2 possano ovviamente fare parte di questa classifica”.
Un risultato, quello appena ottenuto da uno degli “ospedali spoke” della Marca, che secondo Benazzi è riconducibile a fattori precisi: “Noi, e quindi la Regione, non andiamo a privilegiare solo gli ospedali hub, ma mettiamo tecnologie, investimenti e soprattutto risorse umane e professionali anche negli spoke. Quindi credo che questo sia un segnale importante della crescita di una classe dirigente professionale nuova, che sta ovviamente lavorando molto bene nel territorio”.
Una risposta indiretta anche alla percezione, spesso diffusa tra i cittadini, di una minore qualità degli ospedali di riferimento nelle aree periferiche: “Assolutamente sì, si tratta di un segnale che si sta lavorando, e bene, anche negli ospedali ‘periferici’, con personale di qualità, qualificato. Una spinta per tutti a migliorarci e arrivare a entrare nella logica dei migliori 15 ospedali italiani”.
Una battuta sul tema anche da parte del dottor Stefano Formentini, direttore sanitario dell’Ulss 2, che sugli indicatori esaminati che hanno permesso all’ospedale di Montebelluna di ottenere questo brillante risultato, spiega: “Si tratta di 218 indicatori che sono tratti dal DM70, quindi sono indicatori oggettivi che valutano l’attività ospedaliera così come le altre attività connesse all’assistenza sanitaria. E quindi sono appunto indicatori oggettivi, che dicono esattamente qual è la realtà degli esiti dell’attività dell’ospedale in questione”.
Non manca il commento soddisfatto del sindaco di Montebelluna Adalberto Bordin: “Intanto bisogna fare i complimenti e ringraziare tutto il personale sanitario, il direttore generale e la Regione – le parole del primo cittadino -. Ma soprattutto congratularsi con gli operatori che, quotidianamente, contribuiscono a rendere il nostro ospedale un’eccellenza nazionale. Noi, a dire il vero, lo sapevamo già, ma bene che ora ci sia anche una classifica a certificarlo”.
(Autore: Alessandro Lanza)
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