Un viaggio nella memoria della Grande Guerra: inaugurato il Museo Battaglia del Montello

“A Nervesa c’è una croce, mio fratello sta sepolto là, io ci ho scritto su Ninetto, che la mamma lo ritroverà”: sono soltanto alcune delle parole ospitate all’interno del nuovo Museo Battaglia del Montello, inaugurato lo scorso venerdì a Nervesa della Battaglia, nella sede di via Bombardieri del Re.

Un progetto (con il patrocinio del Comune di Nervesa della Battaglia) frutto del lavoro dell’associazione Battaglia del Solstizio: il museo, aperto tutti i weekend, si concentra sugli eventi delle battaglie tra il 1917 e il 1918, con mappe originali, reperti e cimeli.

L’associazione Battaglia del Solstizio è nata nel 2005, con l’intento dichiarato di custodire e trasmettere la memoria della Grande Guerra. La sede del museo è l’ex casa del medico, un edificio ricostruito dopo la distruzione del 1918, che rappresenta la rinascita di Nervesa della Battaglia.

Da ricordare che proprio Nervesa fu, con l’area del Montello, teatro dell’ultimo anno di guerra, dopo la ritirata di Caporetto. Tra il 15 e 23 giugno 1918 si svolse infatti la Battaglia del Montello, un episodio decisivo della più ampia Battaglia del Solstizio, che segnò la svolta del Conflitto sul fronte del Piave.

Il museo vede nel ruolo di direttore Sandro ScaboroGiulia Perna è la curatrice, mentre Lino Bernardi e Fiorenzo Camarin sono i consiglieri. 

Oltre a loro, c’è stato anche il sostegno da parte di Fausto Zanatta, Nicola Cristofoli, Carmelo Biz, Moreno Michieletto, Lorenzo Monaco, Sonia Tadiotto, Michele Spigariol, Museo degli Alpini di Conegliano, Centro Studi Ugo Cerletti, Associazione nazionale Alpini – sezione di Conegliano.

Lo spazio espositivo si concentra principalmente al primo piano dell’edificio, mentre una galleria di foto storiche, che immortalano le zone di distruzione a Nervesa, è organizzata al piano terra: ponti, chiese, ville ed edifici sono gli scenari proposti, con tanto di foto antecedenti alla caduta delle bombe, così da poter fare un confronto tra “il prima e il dopo”.

Diversi i reperti in esposizione: uniformi (da sottotenente e caporal maggiore), mappe delle linee difensive del Montello, diplomi di conferimento delle Medaglie al Valor militare, pannelli di illustrazione storica.

Vari i riferimenti storici presenti, come quello al Corpo dei Bombardieri del Re – costituito nel 1915, durante la battaglia del Montello – che lavorava in stretta collaborazione con le fanterie.

Non mancano fotografie e cenni ai generali e militari coinvolti in battaglia, come il colonnello Alessandro Platone, torinese e Medaglia d’argento al Valor militare, che si mise in luce per il coraggio personale e la dedizione con cui seguì i propri uomini in battaglia.

Senza dimenticare poi la figura di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana che, proprio sul Montello, trovò la morte.

Tra gli angoli più suggestivi c’è sicuramente quello dedicato alla riproduzione dell’interno di una postazione militare, realizzata con materiali d’epoca e completa dei rumori bellici in sottofondo: un effetto che, specialmente in questo periodo storico e con lo scenario geopolitico attuale, fa profondamente riflettere. Presente anche “un angolo di Piave”, con tanto di barchetta in legno ormeggiata a riva.

Significativa una tuta dotata di maschera antigas, di produzione inglese e adottata a fine 1917, segno dell’introduzione proprio dei gas come nuove armi belliche.

Un viaggio nella memoria, tra i fatti della Grande Guerra, per toccare da vicino gli episodi che segnarono anche i nostri territori.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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