Stava piantando una recinzione, per mettere in sicurezza un pendio. All’improvviso però, mentre era intento a lavorare, ha perso l’equilibrio battendo la testa contro un ceppo.
E’ successo ieri, sabato, nel territorio nel territorio di Livinallongo del Col di Lana, nel Bellunese. Antonio Facchin, per tutti “Tony”, 42enne di Pederobba, nonostante il forte dolore avvertito dopo la caduta, è salito poco dopo sul sedile del fuoristrada guidato da un collega, per rientrare a casa.
Ma ad un certo punto, dopo circa un chilometro di strada, si è accasciato sul cruscotto ed è morto. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori. A stroncarlo, stando alle prime ricostruzioni della tragedia, un forte trauma cranico, con conseguente emorragia cerebrale.
Una famiglia, la sua, già duramente colpita da una disgrazia nel 2018, quando Tony aveva perso il papà Remo nell’incendio di un camper. Da allora però si era ripreso, lavorando sodo e occupandosi soprattutto di disgaggi, tecnica per mettere in sicurezza una parete rocciosa di cui era divenuto particolarmente esperto.
Un ragazzo semplice, disponibile, che amava la montagna e il contatto con l’aria aperta. Più di recente aveva trovato lavoro in una ditta di Fonzaso, ma tornava spesso in paese da famiglia e amici. Un’altra disgrazia, la sua, che colpisce la comunità di Pederobba, già provata in queste ore da altri lutti.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata








