Si chiama “Inmargine” la mostra di Ampelio Zappalorto inaugurata ieri sera e aperta, a ingresso libero, fino al 23 novembre (il sabato dalle 15 alle 18.30 e la domenica dalle 15 alle 18.30) nelle sale di Villa Brandolini, a Pieve di Soligo.
Una mostra dove l’artista intreccia i diversi linguaggi di fotografia, video, suono, pittura, performance, scultura e installazione.


Nato a Vittorio Veneto nel 1956, Ampelio Zappalorto si è diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida del maestro Carmelo Zotti.
Una volta compiuti gli studi, si è trasferito a Berlino (1984-1995), respirando il clima culturale di quegli anni.
Artista eclettico, negli anni ha voluto “fare della vita stessa un’opera d’arte”.
La mostra proposta a Villa Brandolini intende quindi ripercorrere un trentennio della sua attività.


“Per noi è un’onore avere l’opera dell’artista qui”, ha spiegato Eleonora Sech, assessore alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo (che ha patrocinato l’iniziativa), la quale ha specificato che si tratta dell’ultima mostra del 2025.
Come ha fatto sapere l’autore, tramite un messaggio scritto di saluto, il nome della mostra – “Inmargine” – è stato scelto coniando un neologismo, utile a indicare “un luogo dove due, o più, entità si incontrano”.


“Il colloquio con l’artista è iniziato la scorsa primavera – la premessa del curatore Federico di Porcia e Brugnera – Sono opere che mostrano la funzione dell’arte di elevare lo spirito, in quanto l’arte ci chiama tutti a un salto di qualità”.
“L’arte esprime la volontà di trasmettere una parte di sè – ha proseguito – Sono opere che esprimono anche l’incontro con altri artisti, che fornisce a Zappalorto la possibilità di raccontarsi”.


“C’è inoltre una certa attenzione sul lavoro fatto dall’artista su se stesso – ha concluso – Zappolorto è un artista internazionale, che ha avuto modo di esplorare le persone in maniera accurata. Una parte importante del suo lavoro è inoltre dedicata alle sue muse”.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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