Dai “Luoghi dimenticati” alle curiosità locali. Raccogliendo sempre, grazie alla rubrica di Eventi Venetando, promossa dal Consorzio Pro Loco Quartier del Piave, fatti, avvenimenti o aspetti della vita riguardanti i singoli paesi della nostra zona un secolo fa.
Il tutto per merito anche del sapiente lavoro di recupero, riordino e stesura a cura del professor Enrico Dall’Anese. Proseguiamo il nostro format con Revine Lago.
Per il Comune di Revine Lago potremmo definire il 1922 l’anno delle opere pubbliche e delle polemiche. Ai primi di febbraio un comitato di Lago propone di indire un pubblico “ballo popolare” a beneficio dell’erigendo Monumento ai Caduti. Insorge la Parrocchia, definendolo un “insulto ai morti e ai vivi”. Si elevi un monumento il più degno possibile, ammonisce, ma esso non sia frutto di balli e orge: i nostri morti eroi non l’accetterebbero.
In primavera rinasce la Filodrammatica e il paese progetta di dotarsi di una adeguata sala per teatro. Iniziano anche i lavori di restauro e riparazione della chiesa, danneggiata dalla guerra.
Anche a Revine fervono i lavori del campanile, diretti dalla Commissione presieduta dal capomastro Vittorio Bortoluzzi. La torre si innalza a vista d’occhio, proiettata verso i 37 metri di altezza progettati. E questo grazie alla sola generosità dei Revinesi, che non dispongono né di aiuti né di sussidi.
Dicevamo di polemiche e personalismi, che riguardavano soprattutto l’Amministrazione comunale. Il debito, grave ancor prima della guerra, è ora davvero preoccupante sotto l’amministrazione Pinzan.
Si spera che la prossima amministrazione si comporti più saggiamente senza spendere più del dovuto. Dopo mesi di discussione sulla scelta dei candidati si arriva finalmente, l’anno successivo, all’elezione del nuovo sindaco nella persona del Bortoluzzi sopra citato, fortemente critico verso la gestione precedente.
Ma, mentre da un lato si invocava la concordia, dall’altro continuavano malumori e diatribe. Se ne fa portavoce uno dei personaggi più influenti del luogo, l’avvocato A. Pillot, che firma una lettera aperta piena di insinuazioni che in parte riportiamo.
“È vero che per le elezioni del sindaco il Consiglio comunale è stato convocato di tutta urgenza in 24 ore? È vero che si voleva imporre ai consiglieri di nominare a sindaco un individuo precedentemente designato? È vero che certi consiglieri, perché ribelli alla imposizione, furono “rinchiusi” perché venissero a più miti consigli? È vero che una squadra di individui entrarono più tardi nella frazione di Lago incutendo paura e spavento nella cittadinanza, ordinando il coprifuoco?”
Come si può intuire non erano estranei alle polemiche anche i tradizionali campanilismi fra i due paesi di Lago e di Revine.
(Autore: Venetando)
(Foto: Eventi Venetando)
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