“Quattro anni dal trapianto di midollo osseo, la mia rinascita”: Devis Gava racconta la sua lotta contro la leucemia

Sono trascorsi quattro anni da quel 14 settembre 2021, una data che per Devis Gava, 24enne di San Fior, ha segnato letteralmente una svolta: affetto da leucemia linfoblastica, diagnosticatagli nell’agosto 2016, quel giorno il giovane ha ricevuto un trapianto di midollo osseo, che gli ha consentito di portare avanti il suo percorso verso la guarigione.

Oggi Devis sta bene e ha ripreso in mano la sua vita, tra il lavoro (nel settore elettrico) e il volontariato (in Pro loco e in Admo – Associazione donatori di midollo osseo), ma non ha dimenticato il lungo percorso di cure affrontato, per vincere contro la malattia.

Una battaglia che ha vinto e, proprio per questo, oltre a dare il suo contributo ad Admo, con la sua storia e testimonianza, ha voluto raccontare quanto vissuto, per essere di aiuto a chi sta affrontando il suo stesso percorso e lanciare, così, un messaggio.

“Il 14 settembre 2021 è stata la mia rinascita, grazie al donatore che mi ha dato la possibilità di guarire dalla leucemia linfoblastica, da cui ero affetto dall’agosto 2016 – la sua premessa – Avevo intrapreso il mio percorso di cure, con una ricaduta tardiva, avvenuta a dicembre 2020″.

“Quindi ho portato avanti dei percorsi chemioterapici e di radioterapia, in ottica di un trapianto (tra i miei familiari non c’era compatibilità per una donazione) – ha proseguito – Quindi tutto è stato possibile grazie a un donatore esterno, iscritto al registro internazionale dei donatori di midollo osseo: se non ci fosse stato lui, forse oggi io non sarei più qui”.

Il trapianto di midollo osseo non deve essere confuso con quello di midollo spinale: la compatibilità media è di 1 su 100 mila, nel caso di un donatore esterno, e di 1 su 4 se il donatore è invece un familiare.

Il trapianto è stato l’anno zero per me – ha raccontato Devis – Poi ci sono stati degli inconvenienti da mettere in preventivo: il percorso di cura ha portato con sè delle conseguenze, ovvero due protesi (all’anca e al ginocchio), che ho vissuto molto facilmente, considerati questi nove anni di malattia”.

La malattia ti insegna il valore della vita e che bisogna lottare – ha proseguito – Ora la mia vita è tornata quasi alla normalità. Sono entrato in Admo: non posso donare, però posso dare un contributo con la mia testimonianza”.

La donazione è anonima, ovvero il donatore e il ricevente non conoscono le rispettive identità.

“Non conosco il mio donatore e lui non sa a chi ha donato, ma c’è una gratitudine immensa e il donatore, da parte sua, in questa maniera può dare una seconda possibilità di vita a chi non ce l’ha – ha spiegato – Un messaggio a chi sta affrontando la mia stessa malattia? Di tenere sempre duro e di andare avanti giorno per giorno, di non pensare che, se un giorno è negativo, sarà per sempre così”.

Intanto Devis ha espresso un augurio anche per se stesso: “Mi auguro di riuscire a sperimentare tutto quanto ho messo da parte da quando avevo 15 anni per potermi curare”, le sue parole.

Per ulteriori informazioni e iscrizioni ad Admo, è possibile consultare la pagina dedicata: https://admo.it/iscriviti/.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: per gentile concessione di Devis Gava. Foto: Arianna Ceschin)
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