Oltre 500 persone, che la chiesa parrocchiale intitolata a San Vendemiale vescovo non è riuscita a contenere, hanno dato oggi, giovedì pomeriggio, l’ultimo saluto a Mattia Saccon, il ragazzo di appena vent’anni morto all’inizio di questa settimana in un incidente stradale avvenuto in via Manin.
Il caldo opprimente e lo sgomento per una scomparsa così improvvisa non hanno scoraggiato nessuno dall’essere presente all’arrivo del feretro e al funerale celebrato dal parroco don Marco Zarpellon.
Il sacerdote ha cercato di trovare conforto per tutti coloro i quali volevano bene a Mattia, in primis i familiari, nel corso dell’omelia: “Il buio e il silenzio sembrano dominare – ha esordito – però il Vangelo di ieri mi è venuto incontro. Mentre pensavo a questo momento e a Mattia, la Parola ci dice proprio così, che possiamo legare qualsiasi cosa, unirla e darle un senso, se vogliamo, in Dio: è un po’ il senso del Vangelo” (…). Quando muore un giovane davvero sembra che parli solo il male e Dio si è azzittito. La morte di un figlio è la sconfitta più atroce di un papà e di una mamma che sentono di non aver protetto abbastanza il loro figlio. In realtà è un po’ una sconfitta per tutti, e Dio, che è Padre, sa quanto male faccia la morte”.
“Sappiamo bene, cari Doris e Michele, che avete fatto tutto per questo ragazzo e che lui con il suo carattere e la sua passione cominciava l’età della riconoscenza, quando si cresce in responsabilità, in capacità di organizzarsi e di scorgere la cosa più importante che i genitori attendono, e cioè che una passione e il proprio sogno possa diventare il senso della vita, e dare così pienezza ad ogni cosa. Il gusto per i motori, la chimica della benzina che diventa energia e movimento, fascino di libertà e potenza mescolate insieme: potevano essere non solo un fugace attimo di prepotenza ma un lavoro, un impegno, una disciplina come tutte le passioni sane” ha proseguito don Marco rivolgendosi in prima persona ai familiari di Mattia.
“Occorre accogliere: è l’atteggiamento che una madre capisce, lei che è a contatto con la vita fin dai tessuti più intimi, nascosti. La vita è meravigliosa, è fragile, potente nell’esprimersi e sempre bisognosa di protezione dal pericolo e dal male. Occorre esigere però che si rifiuti il male, con coraggio, ed è una lotta che solo un padre può aiutare a sostenere. Mattia ci stava riuscendo, ci voleva ancora un po’ di tempo e di pazienza. Già, la fregatura della vita giovane. Avresti tutta la vita ma non vedi l’ora di gustare tutto e subito in pienezza, al massimo. E d’altra parte, chi non ha mai provato a dare tutto gas a qualsiasi motore che gli sia capitato tra le mani? Poteva trattenersi l’altra notte Mattia? Forse sì, purtroppo no. Eppure su questa sottile capacità di scegliere, noi tutti ci giochiamo sempre la vita per intero, anche quando non lo sappiamo”.
“Può ora la vita di Mattia dirci qualcosa? – si è interrogato il sacerdote -. Io lo spero, lo credo. Smascheriamo assieme il male, cerchiamo di raccogliere il bene, lasciamoci consolare da Colui che ha inghiottito la morte per la vittoria. Noi abbiamo visto la bellezza di Mattia attraverso la sua passione, lo abbiamo accolto così e non potevamo non volergli bene, non solo come figlio ma anche come fratello, non solo come amico ma anche come compagno di studio, come alunno. Chiediamo a Dio di aiutarci in questo momento, che ci sia consolazione per chi dal male è stato ferito”.
“Chiediamo – ha concluso l’omelia – di riuscire a perdonare. Perdoniamo a Mattia innanzitutto, perdoniamogli l’esuberanza per quella ruota alta che avevi come fosse un distintivo della tua abilità riconosciuta peraltro da tutti sulle due ruote. Ti chiediamo perdono, ti diamo il nostro dono per il tuo eccesso di abilità o di sicurezza di te, noi ti perdoniamo perché ti abbiamo sempre voluto bene tutti, però chiediamo qualcosa anche a te, caro Mattia: di ricordarti della tua famiglia. Chiedi consolazione per Doris, per Michele, per Beatrice, per tutti coloro che piangono e non si danno pace per ciò che è successo. E infine ti affidiamo a Dio, il Dio della vita per sempre compiuta, perché tu possa essere con Dio, dove ciascuno arriva alla pienezza della gioia perché, caro Mattia, solo in Dio il nostro cuore trova pace e pienezza di senso”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: Mihaela Condurache)
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