Il giubbino, i piatti “rubati” e l’aggressione. Il cugino: “Mario era cosciente, poi è entrato in coma”

Una testimonianza diretta di chi, quella tragica sera, era lì ed ha assistito a tutta la scena, essendone suo malgrado protagonista. E’ quella di Valerio Torresan, cugino e coetaneo di Mario De Marchi, il 39enne di Caerano di San Marco dichiarato ufficialmente morto ieri mattina a seguito dell’aggressione di cui era stato vittima lo scorso 11 ottobre alla sagra di Fontigo a Sernaglia della Battaglia.

Un pugno al volto, risultato poi fatale, sferrato al culmine di un diverbio da un 62enne, ora accusato di omicidio preterintenzionale.

“Quella sera siamo andati io, mio zio e mio cugino Mario a mangiare alla sagra, con l’intento anche di ascoltare un po’ di musica – è la versione fornita da Valerio -. Avevamo già il tavolo prenotato e, quando siamo arrivati, abbiamo preso da mangiare”.

Poi però, stando alla ricostruzione del cugino del povero Mario De Marchi, l’atmosfera avrebbe iniziato a riscaldarsi senza apparante motivo. “Poi è arrivato questo tizio, che andava avanti e indietro, e che, ad un certo punto, ha chiesto a noi tre se avevamo trovato un giubbino, perché l’aveva appoggiato lì dove eravamo seduti noi. Gli abbiamo risposto di no e lui è andato via”.

Nel frattempo, dopo circa mezz’ora, arriva in tavola il cibo ordinato. “A questo punto il tizio è tornato da noi e ci ha letteralmente portato via il primo piatto, a tutti e tre – prosegue nella sua versione Valerio -. Allora io mi sono alzato e gli ho chiesto come mai quel gesto. Ma il tizio, non contento e già alterato, ha preso il mio di giubbino e poi mi ha scaraventato a terra“.

A quel punto, da terra, Valerio vede la scena incriminata con i suoi occhi. “Mio cugino si è alzato di colpo chiedendo spiegazioni di quel comportamento aggressivo, ma non ha fatto in tempo a finire che il tizio gli ha subito sferrato un pugno e poi lo ha preso di forza e sbattuto per terra con violenza”.

Nella caduta, sfortuna vuole – sempre stando alla versione del cugino – che Mario avrebbe urtato lo spigolo in ferro del tavolo. “Quando mi sono alzato l’ho visto a terra che perdeva sangue – prosegue Valerio -. Mio zio, assistendo anche lui alla scena, ha detto all’aggressore che avrebbe subito chiamato i Carabinieri”.

Intanto Mario, ferito, è stato soccorso dal personale della Pro Loco presente e da un Vigile del fuoco fuori servizio. “Lo hanno medicato, lui era comunque cosciente – sottolinea Valerio -. E il tizio che lo ha colpito e poi sbattuto a terra si è anche scusato”.

Mario poi, camminando sulle sue gambe, è stato portato in un locale più appartato, vista la calca intorno, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza del 118, che lo ha poi preso in carico e portato inizialmente all’ospedale di Conegliano.

Da lì però le sue condizioni di salute sono precipitate, tanto che il 39enne, entrato improvvisamente in coma, è stato trasferito d’urgenza al Ca’ Foncello di Treviso, dove è stato operato e poi ricoverato in terapia intensiva, nel reparto di Neurochirurgia. E, purtroppo, non si è più svegliato.

“Siamo cresciuti insieme e abbiamo sempre fatto festa, ma con la testa sulle spalle – il ricordo di Valerio -. Per me era come un fratello, ci siamo divertiti tanto e lui era sempre disponibile”.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: per concessione della famiglia)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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