Un docufilm per indagare il come, quando e perché la violenza subentra nei rapporti sentimentali. E’ quello che verrà presentato mercoledì prossimo, 5 novembre, all’Odissea Fun City di Spresiano, nell’ambito di una serata speciale contro la violenza di genere promossa dalla Questura di Treviso.
“Un altro domani” il titolo del docufilm, della durata di circa 1 ora e 40 minuti, per la regia di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi. Un documentario intenso che affronta un tema delicato e di stretta attualità, anche grazie alle testimonianze di donne vittime di violenze (come due siciliane che hanno perso rispettivamente madre e figlia), ma anche le storie degli autori (redenti) dei maltrattamenti.
All’interno del docufilm, ideato sull’onda del protocollo “Zeus”, uno strumento nato per favorire la “presa in carico” dei soggetti ammoniti (una sessantina quelli in provincia di Treviso nel 2025), anche l’intervento del Questore Alessandra Simone che, assieme al titolare della discoteca Odissea, Giannino Venerandi, e alla tiktoker, influencer e conduttrice televisiva Alice De Bortoli, diventata famosa grazie al programma della Rai “Il Collegio”, ha presentato questa mattina, lunedì, programma e obiettivi della serata di mercoledì.
Si partirà con l’accoglienza (con cocktail e buffet di benvenuto) alle 19.00, poi alle 20.20 l’introduzione all’evento proprio del Questore di Treviso. A seguire, alle 20.30, la visione del docufilm “Un altro domani”, con in coda, dalle 22.15, il dibattito pubblico, che vedrà gli interventi del criminologo Paolo Giulini e della sceneggiatrice Cristiana Mainardi. A moderare, sarà proprio la 22enne Alice De Bortoli.
“Un film che nasce da un’idea della Polizia di Stato, in particolare della Questura di Milano, che si fa promotrice di un’iniziativa per rendere a tutti fruibile il percorso di uscita dalla violenza di genere – ha spiegato il Questore Simone -. E per fare capire a tutti che la violenza di genere è un problema di ognuno di noi, a cui dobbiamo rispondere innanzitutto educando i giovani a una ‘cultura di genere’. Questo docufilm analizza il percorso che fa il potenziale maltrattante ai primi agiti della violenza di genere, nel momento in cui viene subito intercettato, preso incarico e portato verso una soluzione di uscita da quello che potrebbe essere un tunnel pericoloso non soltanto per lui, ma anche per la donna che soggiace alla sua furia e per altre future donne”.
“Il messaggio che deve passare è che la violenza di genere si può combattere solo insieme, in rete – ha proseguito il Questore di Treviso -. Non è un problema della famiglia che la subisce e non dobbiamo mai voltarci dall’altra parte. Siamo tutti responsabili quando succede un femminicidio, nessuno escluso. Ad esempio il vicino di casa che ascolta e non fa nulla è ugualmente responsabile. Ma questa rete funziona solo se conosciamo il problema e sappiamo che ciascuno di noi è responsabile”.


“Io logicamente sono la più giovane qui e quindi è un tema che comunque vivo anche nella quotidianità in quanto giovane, in quanto studentessa e persona esposta sia nel mondo social che in generale – ha poi sottolineato Alice De Bortoli nel suo intervento -. Io sono di Treviso, amo la mia città e devo dire che sono molto fiera di prendere parte a questo progetto proprio perché, in prima persona, sono una ragazza che cerca di sensibilizzare gli altri giovani che mi seguono e parlare di queste tematiche che, purtroppo, penso vengano spesso ‘prese sotto gamba’, sottovalutate fin quando non capita a qualcuno che è vicino a noi. E ciò è sbagliato, perché una ragazza non può aver paura di uscire”.
Non a caso, alla serata, sono stati invitati anche gli studenti delle scuole trevigiane. Questo invece l’Iban diffuso per aiutare il centro per uomini autori di violenza: IT08W0839961820000000604304.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
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