La chiesetta di San Rocco a Mandre ha fatto da cornice alla “Giornata del Cavaliere”, organizzata dall’associazione Templari Lombardo Veneto Fra’ Paolo Sarpi oggi, domenica 28 settembre. Una manifestazione che ha unito spiritualità, storia, tradizione e solidarietà, richiamando numerosi partecipanti lungo la provinciale 34, tra Susegana e Santa Lucia di Piave.


L’oratorio, edificato nel XVII secolo dalla famiglia Collalto e dedicato a San Rocco, santo pellegrino invocato come protettore contro la peste e guida dei viandanti, ha accolto i cavalieri e gli ospiti in una giornata che ha voluto rievocare i valori templari.
Ad aprire la cerimonia è stata Alida Camerin, che ha ringraziato la famiglia Collalto per l’ospitalità e ha sottolineato gli obiettivi dell’associazione: custodire la dimensione spirituale attraverso la celebrazione della Messa, valorizzare la cultura e l’eredità storica del territorio e destinare sostegno ai più fragili grazie alla beneficenza.


La memoria templare è stata ripercorsa dal priore Aurelio Muttini, che ha ricordato la vicenda della nascita dell’Ordine a Gerusalemme nel 1119 e la sua missione di protezione dei pellegrini nei luoghi santi. Non solo monaci guerrieri, ha spiegato, ma uomini di fede e di servizio, capaci di incarnare valori come coraggio, modestia e solidarietà. «La cultura – ha osservato – ha senso solo se finalizzata all’aiuto concreto. È questa l’eredità che cerchiamo di raccogliere e trasmettere».
Il priore ha poi approfondito il significato stesso della figura del cavaliere. Essere cavaliere, ha spiegato, significa anzitutto essere uomo a cavallo, perché senza il cavallo nulla dell’organizzazione templare sarebbe stato possibile: le battaglie, i viaggi, ma anche gli aspetti più quotidiani della vita. Il cavallo era allo stesso tempo strumento di guerra, mezzo di trasporto, compagno di fatica e simbolo di dignità. Così il cavaliere diventa immagine di forza ma anche di servizio, perché non può combattere né vivere senza prendersi cura del proprio animale. È per questo che la giornata è stata dedicata anche a lui, celebrando non solo l’eroismo templare, ma la responsabilità e la dedizione che ne sono alla base.
Il momento più atteso è stato proprio la benedizione dei cavalli, animali che hanno accompagnato la storia templare nei secoli e che ancora oggi evocano l’essenza stessa dell’Ordine. I presenti hanno assistito a un rito semplice ma suggestivo, che ha unito fede, tradizione e memoria storica.
La celebrazione è proseguita con la Santa Messa, tenutasi all’interno dell’oratorio di San Rocco e concelebrata da padre Claudio, frate cappuccino del convento di Conegliano. Durante l’offertorio, tutte le donazioni raccolte sono state destinate a Casa Priscilla di Padova, una realtà che ospita donne e bambini vittime di violenza o in situazioni di forte fragilità. A rappresentarla è intervenuta la presidente Daniela Pavin, che ha espresso gratitudine verso l’associazione e i partecipanti, ricordando come «ogni gesto di vicinanza diventi sostegno concreto per chi fatica a rialzarsi».
Dopo la funzione, la giornata è proseguita con un momento di convivialità, il cosiddetto “desco del cavaliere”, ospitato nella Frasca Borgoluce. Nel pomeriggio, i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare il Museo della Civiltà Contadina e il Museo dei Bombardieri del Re, due realtà che testimoniano il legame tra memoria storica e comunità locale.
L’associazione Templari Lombardo Veneto “Fra’ Paolo Sarpi”, parte dell’OSMTH (Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani), prosegue così il proprio impegno per custodire luoghi di valore storico e per sostenere le realtà sociali più fragili. La “Giornata del Cavaliere” si è conclusa con il motto templare, che ancora oggi guida l’azione dei suoi membri: Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam.
(Autrice: Mihaela Condurache)
(Foto e video: Mihaela Condurache)
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