Born Sustainable: il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG promuove la viticoltura sostenibile

L’incoming dedicato a giornalisti e operatori provenienti da Germania e Svezia si è svolto dal 27 al 29 ottobre scorsi, organizzato dal Consorzio di tutela Docg nell’ambito del progetto triennale Born Sustainable. L’iniziativa unisce tre eccellenze del panorama agroalimentare italiano: il Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, il Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e il Consorzio della Robiola di Roccaverano DOP. Obiettivo comune: promuovere una cultura della sostenibilità ambientale, economica e sociale, valorizzando al tempo stesso le tradizioni locali e il legame profondo con territori riconosciuti come Patrimonio UNESCO.

Tra gli ospiti, il giornalista e wine educator svedese Anders Mellden, collaboratore di testate come Svenska DagbladetGourmet e Livets Goda ha sottolineato come il territorio delle colline del Conegliano Valdobbiadene rappresenti un esempio concreto di come la viticoltura sostenibile possa fondersi con l’identità territoriale.

“Quello che mi ha colpito maggiormente,” ha raccontato, “è la capacità di questi territori di unire la tradizione a una visione moderna. Ogni produttore trasmette una passione autentica per la propria terra, e questa passione si percepisce nel bicchiere. La sostenibilità qui non è solo un concetto, ma una pratica quotidiana, che parte dal rispetto per la natura e arriva fino al consumatore”.

Mellden, che insegna alla Scandinavian Wine Academy di Stoccolma ed è autore di diversi libri dedicati al vino, ha anche evidenziato come esperienze di questo tipo aiutino a cambiare la percezione internazionale del Prosecco Superiore: “All’estero spesso si pensa al Prosecco come a un vino di massa, ma il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG racconta una storia diversa, fatta di piccole produzioni e grande impegno umano. È un vino che nasce da un paesaggio straordinario, da colline dove ogni filare è frutto di un lavoro manuale e appassionato”.

Anche Daniel Ewald, Category Manager Wine & Sparkling Wine per Wasgau Frischwaren GmbH, tra i principali attori della GDO indipendente della Germania sud-occidentale, ha condiviso la propria esperienza. “La prima cosa che colpisce,” ha detto, “è la combinazione unica tra vigneti e boschi. Non è comune vedere questa armonia tra la natura e la viticoltura. I vigneti sono spesso molto ripidi, e questa conformazione dà vita a paesaggi tra i più belli al mondo”.

Ewald ha sottolineato come il Prosecco Superiore DOCG si distingua dalle altre tipologie: “Il modo più semplice per spiegare cosa lo rende speciale è mostrare una foto di queste colline. La maggior parte delle persone in Germania non immagina che dietro il Prosecco Superiore ci sia questo scenario e questo impegno. Lo vedono come un prodotto industriale, ma qui scopri che ogni bottiglia nasce dal lavoro di famiglie che curano il loro vigneto con dedizione. E quando poi assaggi il vino, percepisci davvero ciò in cui credono”.

Ha poi aggiunto una riflessione sulla personalità del vino: “Il Prosecco Superiore è un vino di altissimo livello, ma allo stesso tempo accessibile. È puro, equilibrato e piacevole da bere. A differenza di altri spumanti, mantiene un’eleganza naturale senza perdere la sua immediatezza. È questa combinazione che lo rende unico e vicino alle persone”.

Il giornalista tedesco Paul Kern, collaboratore di Weinwirtschaft e del quotidiano Die Zeit, ha invece posto l’attenzione sulle sfide del cambiamento climatico e sulle soluzioni adottate dai produttori del territorio. “La visita agli impianti di irrigazione mi ha davvero colpito” ha raccontato. “È sorprendente scoprire che, pur essendo una regione ricca di piogge, il rischio di siccità è concreto. Ho apprezzato molto la capacità di reagire a queste sfide con soluzioni innovative, come i bacini per la raccolta e il riutilizzo dell’acqua. È un segno di intelligenza e lungimiranza”.

Kern ha anche parlato del legame tra vino e territorio: “Assaggiando il Prosecco Superiore, si percepisce chiaramente la freschezza del clima e la vitalità del paesaggio. È un vino che riflette il suo terroir: l’acidità vivace, la pulizia dei profumi e la ricchezza dei sapori raccontano il carattere delle colline da cui nasce. In questa denominazione vedo un grande potenziale: non tutti i vini esprimono ancora pienamente la vocazione del terroir, ma credo che la qualità possa continuare a crescere nel prossimo futuro, grazie anche ad una generazione di giovani produttori ambiziosi che sta elevando la qualità anno dopo anno”.

Il progetto Born Sustainable si conferma così un punto di incontro tra esperienze, culture e visioni diverse, unite dall’obiettivo comune di promuovere un modello di viticoltura sostenibile e consapevole. Un percorso che dimostra come la qualità del vino italiano possa nascere non solo da un territorio straordinario, ma anche da un’etica condivisa, capace di coniugare rispetto per l’ambiente, innovazione e tradizione.

(Autrice: Mihaela Condurache)
(Foto e video: Mihaela Condurache. Traduzione di Elisabetta Minetto)
(Articolo, foto e video di proprietà Dplay Srl)
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