Messa in autostazione, il vescovo: “L’amore fa la differenza”

“Anche Nazaret nel Vangelo di Luca è una città. Anche Betlemme lo è, la città di Davide, del re di Israele. Non erano città come le nostre, certo. Ma erano città, dove si incrociavano storie e destini, dove si intrecciavano lingue e culture. Nazaret nella Galilea delle genti, città di confine, anche religioso. Da là partono Giuseppe e Maria in attesa di Gesù, in cammino verso Betlemme, uno dei capoluoghi di Giuda, affollata per il censimento in corso: nemmeno per un discendente del re Davide e per la sua piccola famiglia vi era disponibilità di alloggio”.

Ha esordito così monsignor Michele Tomasi, vescovo di Treviso, nella sua omelia alla messa la sera della Vigilia di Natale, negli spazi dell’autostazione di Lungosile Mattei, zona notoriamente marginale e delicata della città.

Si tratta di una piccola “tradizione” consolidatasi dal 2023 a questa parte, un momento di incontro del presule con la comunità trevigiana e in particolare con i più bisognosi, per ribadire la vicinanza ai soggetti più fragili ed emarginati.

Accanto al vescovo, alcune realtà cittadine impegnate in questo senso: Ceis Treviso, cooperativa che gestisce nella Marca strutture di accoglienza, sostegno terapeutico e riabilitazione per persone con problemi di dipendenze e salute mentale, Caritas Tarvisina, organismo pastorale della Diocesi di Treviso, e Comunità di Sant’Egidio di Treviso, storica realtà dedita al sostegno dei soggetti più fragili.

“Città delle persone, di vita quotidiana di molti, di tutti quelli che cercano modi di vivere sempre migliori, collaborando al bene, cogliendo ed offrendo occasioni di incontro, di abitazione, di lavoro, di svago, di crescita sociale e culturale – ha specificato -. Città in cui si sviluppa la libertà delle persone, in cui si costruiscono progetti di vita personali, familiari e collettivi, città in cui cresce la convivenza, dove tutti possono prendersi cura di tutti, dove servizi migliori aiutano la vita. Città crocevia di strade e di trasporti, meta di viaggi, partenza verso luoghi lontani”.

“Città dove rischi di essere solo ed anonimo, città dove non riesci a stare al passo con i più veloci e fortunati. Città dove trovi di tutto, anche quello che non fa bene alla tua salute, alla tua mente, al tuo cuore e alla tua vita. Città indifferenti, dove puoi anche vivere da invisibile. Città ricche e città diseguali, città luminose e città buie. Città ospitali e città fredde. Città tenere e violente. Città ciniche e città di fede”.

Hanno concelebrato la messa don Matteo Volpato, parroco di Fiera e Selvana, nonché assistente spirituale di CEIS Treviso, e don Bruno Baratto, direttore della Caritas Tarvisina. Erano presenti i vertici, i professionisti, i volontari e gli utenti delle tre realtà organizzatrici.

“Le nostre città sono un po’ tutto questo, tutto potrebbero accogliere, di molto hanno paura. Ma è nelle nostre città che oggi si ripete il viaggio da Nazaret a Betlemme. E qui possiamo perdere l’incontro con Gesù Salvatore, come coloro che non avevano posto per i suoi genitori nell’alloggio”.

Qui possiamo trovarci nella notte con i pastori, e assieme a loro ascoltare la buona notizia degli angeli, e godere dei loro canti di Gloria. Città celesti o città terrene? – ha concluso – Non sono le mura, i palazzi e forse nemmeno le Chiese che fanno la differenza tra l’una e l’altra città. E non esiste una città che mostri soltanto l’una o l’altra faccia. La differenza la fa solamente l’amore”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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