L’Ambito territoriale sociale diventa azienda: “Nessuna vittoria politica”

Sedici voti per la formula dell’azienda, dodici per quella del consorzio. È questo l’esito della votazione che, nei giorni scorsi, ha definito lo stato giuridico dell’Ambito territoriale sociale Ven 07, l’ente che gestisce tutto il sociosanitario nell’area che un tempo ricadeva nell’Ulss 7 (Quartier del Piave, Coneglianese, Vittoriese), oggi composta da 28 Comuni e circa 220 mila abitanti.

Con questa scelta, l’Ats 07 si allinea agli altri ambiti della Marca che avevano già optato per la trasformazione in azienda.

La formula del consorzio, ritenuta più flessibile e più garantista per i dipendenti, i tecnici, i professionisti e gli operatori dell’Ulss che avrebbero dovuto transitare nella nuova realtà, era stata sostenuta dall’assessora coneglianese Gaia Maschio e dalla collega Vincenza Scarpa, già sindaca di Susegana.

I 12 Comuni che hanno sostenuto la formula del consorzio – Cappella Maggiore, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Fregona, Mareno di Piave, Pieve di Soligo, San Pietro di Feletto, Santa Lucia di Piave, Sarmede, Susegana e Vittorio Veneto – hanno diffuso una nota congiunta esprimendo forte disappunto per l’interpretazione politica di alcuni data alla scelta.

“Per rendere chiaro ai non addetti, l’Ambito territoriale sociale è l’ente che gestirà sempre di più le molteplici problematiche sociali dei 28 Comuni dell’ex Ulss 7. Etichettare le scelte nel sociale come vittorie politiche ci lascia sinceramente disgustati”.

I Comuni rivendicano che la scelta del consorzio non rappresenta un atto di contrapposizione alla Regione, “da 15 anni a trazione Lega”, bensì una decisione guidata dal “buon senso”, con l’obiettivo di tutelare i cittadini più fragili e allo stesso tempo i dipendenti impegnati in un settore già gravato dalla difficoltà nel reperimento di personale e dall’aumento delle situazioni di disagio.

“I 12 Comuni che hanno votato consorzio sono amministrati da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Democratici di sinistra e varie civiche. Al di là delle appartenenze – molte delle quali nemmeno esistono, perché diversi sindaci non hanno tessere di partito – la scelta è stata fatta per garantire un passaggio morbido dalla gestione comunale del sociale a quella aggregata, preservando il valore pubblico del nuovo ente”.

Netto anche il giudizio sulla trasformazione in azienda: “Siamo contrari perché abbiamo a cuore l’interesse pubblico del sociale. Abbiamo lasciato fuori ogni appartenenza politica per il bene della popolazione che amministriamo. Forse non è più di moda?”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: Canva)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Related Posts