Esperienza in carcere per gli studenti del Pio X International

Anche quest’anno, il Collegio vescovile Pio X rinnova il progetto di consapevolezza e incontro con le persone detenute nella casa circondariale di Treviso.

Gli studenti dell’ultimo anno dell’International Baccalaureate Diploma Programme (IBDP) del Collegio Pio X hanno, in primo luogo, nelle settimane scorse, incontrato in classe il cappellano del carcere di Santa Bona, don Pietro Zardo, per poi intraprendere una corrispondenza epistolare con gli allievi della scuola in carcere, gestita dal Cpia Manzi, terminata con l’incontro all’interno dell’istituto di reclusione.

“Dalle lettere – spiega il preside del Pio X International, Moreno Caronello – è emersa molta umanità: speranza, progetti, impegno, ansie, vite che devono iniziare contrapposte a vite che sono in sospeso o in «stand-by»”.

Il tema del progetto di quest’anno era il “Lavoro“. Dopo la dovuta preparazione, i ragazzi sono entrati, dunque, in carcere. L’incontro con gli studenti detenuti si è svolto in due momenti, il primo dei quali, dedicato alla conoscenza reciproca e la condivisione di storie personali.

Uno dei passaggi più significativi, raccontano gli studenti, è stato il confronto sull’idea di libertà: così i detenuti hanno meditato sul senso del tempo di detenzione, che dà ancora più valore alla libertà. In carcere – la riflessione dei giovani – hanno scoperto la libertà della propria mente, che deve essere trattata con la stessa responsabilità della libertà del proprio corpo. Prendersi cura della libertà della mente rende possibile avere un obiettivo e aiuta a trovare la motivazione per raggiungerlo. La scuola, sia in carcere che al Pio X, è una palestra essenziale dove esercitare la libertà della mente e coltivarne la grande responsabilità che ne deriva.

Durante la visita, c’è stato il tempo per contemplare i dipinti realizzati dai detenuti, poi, in una seconda parte dell’incontro, gli allievi del Pio X hanno proposto una lezione di inglese incentrata sul colloquio di lavoro: dopo aver simulato un colloquio in inglese e in italiano, gli studenti delle due scuole si sono divisi in gruppi più piccoli per alternarsi nei ruoli di datore di lavoro e lavoratore, potendo chiedere le consuete domande che vengono poste nei contesti lavorativi e riuscendo a far emergere vissuti e speranze nel futuro, a volte diversi, ma ricchi delle stesse emozioni.

“Un’esperienza – ha concluso Caronello – che ha insegnato a studenti, e anche a noi insegnanti, a guardare sempre a quello che ci accomuna con speranza e voglia di prendersene cura, pur essendo attenti alle differenze delle rispettive scelte di vita, alle quali nessuno si sottrae”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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