L’asilo paritario diventa statale, il sindaco: “Scelta che guarda al futuro”

Dall’anno scolastico 2026-2027 l’asilo paritario di Vazzola diventerà pubblico, con l’amministrazione Brait che ha deciso di investire sulla struttura, che tra due anni diventerà, tra le altre cose, anche gratuita. Quella messa in piedi dall’amministrazione comunale di Vazzola, dopo che l’asilo faticava con i bilanci, è la prima operazione di questo genere in un comune del Coneglianese.

Ma questo passaggio sta sollevando un acceso dibattito in paese. Da una parte, un gruppo di genitori esprime forte preoccupazione per come è stato gestito il processo decisionale; dall’altra, il sindaco Alessandro Brait difende la scelta come necessaria per garantire un servizio accessibile e sostenibile a lungo termine.

I rappresentanti delle famiglie parlano di un processo poco trasparente, accelerato e senza una reale partecipazione della comunità. “Siamo stati informati della decisione solo dopo che era stata ufficializzata altrove – si legge in una nota – senza incontri pubblici, senza momenti di dialogo, senza spiegazioni su cosa comporterà davvero il cambiamento”.

Le famiglie lamentano, tra l’altro, la mancanza di risposte chiare su aspetti fondamentali come il futuro del personale, la continuità pedagogica e la gestione della mensa interna.
“Devo guardare lontano, guardare al futuro – commenta il primo cittadino Alessandro Brait – a causa del calo demografico ci saranno sempre meno figli iscritti e rischiamo di trovarci con un servizio costoso e non sostenibile. La mia proposta, discussa a lungo con il consiglio pastorale, prevede il passaggio allo statale a partire dall’anno scolastico 2026-2027, quindi c’è tempo per prepararsi”.

I genitori contestano anche le motivazioni alla base della scelta: “Si è parlato di scarsa inclusione dei bambini stranieri per via delle rette alte, ma i numeri dicono il contrario: oltre il 40% dei bambini iscritti è straniero. E quanto al disavanzo economico, secondo noi non è così drammatico da giustificare un cambio così radicale: avevamo proposte concrete per mantenere la scuola attiva e sostenibile”.
“L’asilo costa 200 euro al mese, quello statale sarà gratuito. E oggi non tutte le famiglie possono permetterselo – continua Brait – Io voglio un asilo che accolga tutti”.

Se da un lato l’amministrazione difende il progetto come un’opportunità per rendere la scuola più equa e stabile, dall’altro i genitori sentono di essere stati esclusi da una decisione che tocca da vicino la vita delle loro famiglie. “Non siamo solo ‘genitori di passaggio’ – ribadiscono – siamo cittadini attivi, pronti a impegnarci per salvare una realtà educativa che da 122 anni è un’eccellenza del territorio”.

(Autore: Simone Masetto)
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