Addio a Diane Keaton, icona di Hollywood: nel 2022 venne a Venezia per il ciak del seguito di “Book Club”

Il nome di Diane Keaton è sempre stato una sorta di “marchio di fabbrica” collegato a una sapienza attoriale e una forma di recitazione di qualità: se n’è andata ieri, all’età di 79 anni, un’icona di Hollywood in grado di saper portare sullo schermo una forma di femminilità anticonformista e indipendente.

Attrice apprezzata, vincitrice di un Oscar per il film “Io e Annie” con Woody Allen e altre tre candidature per l’ambita statuetta, ottenne diverse nomination ai Golden Globes e due David di Donatello (l’ultimo nel 2018 alla carriera).

Musa ispiratrice di Woody Allen, con lui ottenne nel 1969 la candidatura al Tony Award per “Provaci ancora Sam”. Ma furono ben 7 i film con Allen, figura con cui divise la sfera personale e professionale, per poi lasciare spazio a un profondo affetto e a una complicità rimasti intatti anche quando l’amore tra i due finì.

Amante del cinema e del teatro fin da piccola, Diane Keaton identificò il suo modello nell’attrice Katharine Hepburn, portando avanti l’idea di una femminilità, moderna e indipendente.

Si fece notare per il suo talento, tanto che, dopo il debutto in teatro a New York e al cinema con “Amanti e altri estranei” (1970), venne scelta da Francis Ford Coppola per interpretare Kay, la moglie di Michael Corleone (Al Pacino) nella saga del film “Il padrino”.

Si cimentò anche nel ruolo di regista, promuovendo un concetto di recitazione e di personaggi femminili liberi e anticonformisti.

Risale all’estate 2022 poi il suo arrivo a Venezia, dove recitò nel sequel del film “Book Club. Tutto può succedere”, con colleghe come Jane Fonda, Candice Bergen (la pellicola narra la vicenda di quattro amiche da una vita, la cui vita cambia dopo aver letto il libro “50 sfumature di grigio”).

In quell’occasione le riprese coinvolsero luoghi come la stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia, l’hotel Danieli, il bacino di San Marco percorso in gondola.

Il mondo del cinema, non solo hollywoodiano, ha quindi perso un’altra stella del proprio firmamento.

(Autore: Arianna Ceschin)
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