In questo Ferragosto 2025, lungo le sponde del Piave al Ponte di Vidor, precisamente al “parco ae barche” tradizionalmente molto frequentato, oltre a rilassarsi e prendere la tintarella si è tornati anche a parlare dei rischi legati alla balneazione nel fiume.
Qdpnews.it è andato sul posto, tra i bagnanti che scelgono di trascorrere la giornata festiva lungo il fiume sacro alla Patria, dove la corrente, i fondali irregolari e i pericoli nascosti rendono il bagno estremamente pericoloso.
A ricordarlo sono soprattutto i frequentatori abituali del luogo, che hanno condiviso esperienze, avvertimenti e proposte per evitare nuove tragedie.
“No, non è il Piave che uccide, è l’uomo che sbaglia sempre” commenta Freddie, sottolineando che “chi non conosce il fiume corre più rischi, come gli stranieri che non sanno dove sono i punti pericolosi -afferma -. Siamo gli ultimi arrivati sulla Terra e in cent’anni siamo riusciti a devastare il mondo. La natura è qui da milioni di anni, ma l’uomo si espone a pericoli che non conosce e peggiora le cose“.
La corrente, l’acqua fredda, i sassi scivolosi e il fondo irregolare sono trappole pronte a trasformare un tuffo in tragedia. “Basta poco – sostiene Luca – : un passo falso, si batte la testa e finisci sotto”.
Un gruppo di ragazzi ribadisce: “Il Piave bisogna conoscerlo. La maggior parte dei drammi è capitata a persone che non sono del posto”. Una tesi espressa a chiare lettere, ieri, dal comandante della Polizia locale di Pederobba Guido Lio.


Molti sostengono che la cartellonistica di avviso andrebbe ulteriormente potenziata. In alcune zone, come a Pederobba, dopo gli incidenti sono stati messi cartelli, ma non ovunque. “È come in montagna – racconta un escursionista –: se non conosci, vai con una guida. Io il Piave lo conosco e so nuotare, ma più di una volta mi è successo di trovarmi in difficoltà”.
Anche chi è nato e cresciuto qui riconosce che l’imprudenza è un fattore determinante: “Molti genitori lasciano i bambini liberi di giocare senza sorveglianza – afferma Fitnete -. L’acqua è forte, ci vuole buonsenso. Io stessa non entro perché ho paura”.


All’inizio della spiaggia è esposto il regolamento approvato dalla Prefettura di Treviso e dalla Regione Veneto: “Vivi il fiume in sicurezza, ma attenzione: fare il bagno è vietato!”. La legge vieta la balneazione per i numerosi rischi: sifoni e passaggi sotto massi che possono risucchiare, correnti forti e improvvise, fondali di profondità sconosciuta, acqua fredda che può causare ipotermia, massi instabili, rifiuti nascosti, possibilità di piene improvvise in caso di temporale, sabbie mobili e qualità dell’acqua non sempre idonea.
Nonostante il divieto, molti continuano a entrare in acqua: “Se vuoi vietare i tuffi in punti notoriamente pericolosi, ha senso” – osserva M. C. – ma mettere il divieto ovunque è inutile se poi non ci sono controlli“. L’amara conclusione del signore riassume il pensiero comune: “Un uomo avvisato è mezzo salvato, ma serve responsabilità personale. Il Piave è bello, ma non perdona“.
(Autrice: Mihaela Condurache)
(Foto: Mihaela Condurache)
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