Rogo di Villa Angelica, indagini verso il dolo: ipotesi bivacchi o “bravata”

Una villa disabitata da una decina d’anni non può certamente prendere fuoco da sola. Sembra questo il pensiero più ricorrente tra Carabinieri e Vigili del Fuoco che domenica sera sono intervenuti in seguito all’incendio che ha distrutto la barchessa di Villa Angelica a Lancenigo di Villorba, a pochi passi dalla ferrovia Venezia – Conegliano e dal polo scolastico.

Il rogo ha distrutto parte del tetto di un’ala, e solo grazie al massiccio intervento dei Vigili del Fuoco arrivati dal comando provinciale e dai distaccamenti di Conegliano, Montebelluna e Castelfranco le fiamme non si sono propagate al corpo principale della villa cinquecentesca.

I pompieri hanno lavorato tutta la notte per mettere in sicurezza la zona dell’incendio, fortunatamente nessuna persona è rimasta ferita. Ma quello che sembra certo è che qualcuno quell’incendio lo abbia, volutamente o meno, appiccato.

Le indagini dei tecnici del 115 e dell’Arma del comando provinciale di Treviso si stanno ora concentrando su chi possa essersi introdotto all’interno della villa. Non è escluso che si tratti di qualcuno che passava le notti all’interno degli ambienti della villa o magari di qualche giovane che, come sempre più spesso accade, si è introdotto assieme agli amici e che abbia inavvertitamente fatto scoppiare l’incendio.

Fondamentali saranno anche le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona, che i Carabinieri stanno visionando alla ricerca di elementi utili a chiarire chi possa essersi introdotto all’interno del giardino.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: Vigili del Fuoco)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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