Sanità territoriale, confronto con i cittadini. Brescacin: “Investiamo sul potenziamento del sistema”

Da sinistra: Brescacin, Soligo e Benazzi

Si è svolto ieri sera alla Barchessa di Villa Giovannina a Lancenigo di Villorba l’incontro “Una Sanità territoriale più vicina”, promosso dal Comune di Villorba e dedicato al tema della riorganizzazione dei servizi sanitari. Alla serata hanno preso parte il direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, Francesco Benazzi, e la presidente della V Commissione regionale Sanità e Sociale, la consigliera regionale Sonia Brescacin, introdotti dal saluto del sindaco Francesco Soligo.

“Stiamo investendo molto sul potenziamento del sistema sanitario – ha commentato Brescacin – sul suo processo di innovazione, puntando in particolare sulla prevenzione e sulla creazione di una rete capillare di servizi territoriali vicini al cittadino”. 

“Viviamo nella provincia di Treviso che è la provincia con l’aspettativa di vita alla nascita più alta in Italia e questo significa avere anche una popolazione più anziana, con i conseguenti problemi legati alla cronicità – conclude – Per dare risposte adeguate stiamo organizzando una serie di servizi: realizzeremo 17 Case della comunità, 9 Ospedali di comunità, introdurremo telemedicina, infermieri di famiglia e di comunità, creando un sistema sanitario che accompagni i pazienti cronici nel percorso di cura, rallentando l’aggravamento delle patologie”.

A illustrare i contenuti concreti del nuovo modello è stato Francesco Benazzi che ha voluto parlare anche della mancanza di personale e delle liste d’attesa: “Nelle Case della comunità saranno presenti medici di medicina generale, medici specialisti, un punto prelievi, strumentazione diagnostica come l’ecografo o altre tecnologie. Questo consentirà di dare una prima risposta sullo stato di salute della persona, rendendo la Casa della comunità una reale alternativa al ricorso al pronto soccorso per i codici bianchi e verdi”.

Benazzi ha inoltre sottolineato che l’incontro con i cittadini rappresenta un momento di ascolto oltre che di informazione: “Sanità territoriale significa anche spiegare cosa sono le Case di comunità, le COT, le centrali operative territoriali e illustrare cosa stiamo facendo e cosa resta ancora da fare per ridurre le liste d’attesa e garantire a tutti una sanità migliore. È un confronto che ci permette di ascoltare le esigenze dei cittadini e riorientare il nostro lavoro. Le Case della comunità nascono dall’associazione dei medici di famiglia, in collaborazione con specialisti, guardia medica e nuove tecnologie: avere strumenti diagnostici come RX ed ecografi significa poter fare screening ed evitare accessi impropri al pronto soccorso”.

L’appuntamento si è chiuso con un dibattito aperto, nel corso del quale i cittadini hanno avuto l’opportunità di porre domande e ricevere chiarimenti diretti dai rappresentanti istituzionali e sanitari.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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