Da Rinascita Civica solidarietà a Matteo Saracino dopo l’archiviazione della querela e un attacco all’ex giunta Tonon: “Si abbandoni quel modo di fare politica”

“Come era prevedibile, apprendiamo che la querela a suo tempo presentata da diversi componenti dell’ex amministrazione Tonon nei confronti dell’ex consigliere comunale Matteo Saracino (Partecipare Vittorio) è stata soggetta a richiesta di archiviazione da parte della Procura di Treviso”. Inizia così la presa di posizione della lista Rinascita Civica – Partecipare Vittorio, rappresentata nell’attuale consiglio comunale da Mirella Balliana e Alessandro De Bastiani.

Che prosegue: “La querela verteva attorno ad un post, pubblicato da Matteo in un noto social media, e in cui si muovevano critiche alla gestione della cosiddetta “questione derivati” da parte della giunta Tonon. Il pubblico ministero ha ritenuto che il post di Matteo rientri pienamente nel “diritto di critica”, esercitato peraltro in modo “né gratuito né immotivato”.

Ci pare una decisione tutto sommato scontata – affermano i due consiglieri – vista l’evidente insussistenza delle accuse, e che comunque chiude una vicenda che deve aver recato non poco disagio al querelato, che abbiamo sempre pienamente sostenuto”.

La lista di Balliana e De Bastiani afferma poi di non potersi esimere “da alcune considerazioni di tipo politico”: “In generale, crediamo che ricorrere a querele pretestuose sia un modo inaccettabile di fare politica, un modo che secondo noi non è eccessivo definire intimidatorio – e sicuramente punitivo – e che in ogni caso può generare enormi ed immotivati disagi alla persona oggetto di tali pratiche. Nel caso di specie, si è voluto punire, a “freddo” e con reiterata volontà – stante il pervicace diniego a ritirare la querela, nonostante numerosi tentativi ed appelli anche pubblici – un ex esponente delle istituzioni comunali, e certamente non un “potente”.

Lo si è costretto a rimanere in attesa di una decisione di un tribunale per quasi due anni. I querelanti – alcuni dei quali normalmente dichiaravano, come da “Amministrazione Trasparente”, redditi vicini o ben superiori ai 100.000 euro – hanno costretto Matteo, semplice lavoratore dipendente, a spese legali. L’unica “colpa” di Matteo? Avere semplicemente esercitato la propria libertà di opinione garantita dalla Costituzione.

Ci auguriamo che questo modo di fare politica venga del tutto abbandonato, tanto più se praticato da ambienti politici che – per lo meno a parole – si richiamano alla Costituzione ed all’attenzione per la giustizia sociale. 

Ci auguriamo che nel Partito di provenienza di alcuni dei querelanti – Partito che poco o nulla ha fatto per disconoscere, criticare o condannare la decisione di procedere a querelare Matteo – si apra una riflessione profonda e si giunga ad un doveroso mea culpa”.

(Foto: archivio Qdpnews.it)
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