Quando “BB” pubblicizzava la Graziella: storia di una diva e della sua “Rolls Royce”

La morte di Brigitte Bardot, per tutti semplicemente “BB”, ha suscitato ricordi e memorie legate alla celebre attrice, che del desiderio di libertà ed emancipazione seppe fare il proprio “marchio di fabbrica”.

Iconica attrice (in questi giorni ricordata in tutto il mondo) e interprete della Nouvelle Vague, fu la musa di numerosi registi francesi, che la scelsero per dare il volto a profili di donne desiderose di trovare il proprio spazio nella società.

Una figura leggendaria, quella di BB, legata non soltanto al mondo del jet set  e alle atmosfere mondane, ma anche al territorio locale, più precisamente alla città di Vittorio Veneto.

Fu proprio Brigitte Bardot, infatti, a pubblicizzare negli anni Sessanta la “Graziella”, celebre modello di bicicletta disegnato da Rinaldo Donzelli e prodotto dall’azienda Carnielli.

Fondata da Teodoro Carnielli nel 1909, l’omonima azienda fu produttrice tra gli anni trenta e quaranta del secolo scorso della bici a marchio Bottecchia, modello legato all’immagine di Ottavio Bottecchia, talentuoso ciclista (morto prematuramente) di San Martino di Colle Umberto.

Un’attività fiorente, quella dell’industria, che fu espressione di quel boom economico che mutò radicalmente le abitudini di tanti italiani.

Per questo motivo, a consacrare la notorietà della Carnielli fu proprio la Graziella, pubblicizzata come “la Rolls Royce di Brigitte Bardot”, in un’immagine che immortalava proprio l’attrice a bordo della bicicletta, vicino a un modello di quell’auto di lusso.

Un’immagine e uno slogan destinati a rimanere immortali, che ben mostravano come la bicicletta avesse mutato la propria funzione simbolica: da strumento sportivo e mezzo “povero” di trasporto, “salì di grado”, divenendo il simbolo di una gioventù benestante, alla ricerca di spensieratezza e di vari momenti da vivere all’aria aperta e in leggerezza.

Oggigiorno, solamente a nominare il nome “Graziella” vengono rievocati tanti ricordi di gioventù, quando tutto sembrava più semplice, oltre a restare comunque sinonimo del boom economico e del Made in Italy per eccellenza.

Una bicicletta innovativa (facile da trasportare in auto e ripiegabile grazie allo “snodo”), quindi, che non poteva non essere reclamizzata da un’attrice al tempo sulla cresta dell’onda, notata fin dal parterre cinematografico statunitense.

Si può dire che, in un certo senso, Bardot e la Graziella ebbero un legame nel processo di evoluzione vissuto da entrambe.

La Graziella nel 1971 fu al centro di un processo di aggiornamento, con l’aumento del diametro delle ruote e l’aggiunta di dettagli come, ad esempio, il portapacchi in tinta.

La produzione si concluse alla fine degli anni Ottanta, con i primi modelli destinati a divenire preziosi oggetti di collezionismo.

BB nel 1972 abbandonò il mondo del cinema, con all’attivo più di 50 film in una carriera durata 22 anni, per concentrarsi attivamente nella difesa dei diritti degli animali e restare immagine immortale di un mondo cinematografico ormai concluso.

Una figura, quella di Brigitte, che seppe bucare lo schermo con il suo sguardo, tanto da essere scelta per reclamizzare uno degli oggetti di tendenza dell’epoca, come seppe essere la Graziella della Carnielli di Vittorio Veneto.

(Autore: Arianna Ceschin)
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