Scott Turow incanta “Una collina di libri”: “nell’editoria l’intelligenza artificiale produce porcherie”

“Una Collina di Libri” ha accolto dei più grandi autori contemporanei di legal thriller: Scott Turow, il padre di Presunto innocente, ha conquistando il pubblico presente nell’aula magna del seminario vescovile di Vittorio Veneto tra ironia, passione civile e riflessioni sul futuro della scrittura. Lo scrittore statunitense, 75 anni, avvocato e autore di bestseller da oltre 40 milioni di copie vendute nel mondo, ha dialogato con Francesco Chiamulera, direttore artistico della rassegna organizzata dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ripercorrendo la sua carriera e presentando il suo ultimo romanzo, “Presunto Colpevole” (edito da Mondadori) ancora una volta ambientato nel mondo giudiziario che conosce alla perfezione.

Turow, nato a Chicago nel 1949, è considerato uno dei maestri indiscussi del legal thriller: il suo “Presunto innocente”, pubblicato nel 1987, ha rivoluzionato il genere, dando il via a una lunga serie di romanzi di successo e a numerosi adattamenti cinematografici e televisivi. Una carriera che continua a intrecciarsi con la sua professione di avvocato, elemento che ha reso le sue storie realistiche, complesse e profondamente umane.

Durante l’incontro, Turow non ha risparmiato una dura critica all’uso improprio dell’intelligenza artificiale da parte delle grandi aziende tecnologiche. “Cercherò di essere breve. Ci sono due problemi con l’intelligenza artificiale il primo, è che Open Ai ha addestrato il loro modello con un mucchio di libri rubati, libri piratati. Questo non può essere giusto. La questione più grande è la competizione dell’intelligenza artificiale con quella reale. E se pensassi che l’IA ci darebbe opere come quelle di Shakespeare e Tolstoj, sarei completamente favorevole. Ma finora sta producendo solo spazzatura che, essendo gratuita, compete in modo sleale con il lavoro dei veri autori”.

Turow ha poi regalato al pubblico un momento più leggero, scherzando sulla sua permanenza in Veneto: “Ho bevuto parecchio Prosecco ogni giorno, è stato magnifico – aggiunge -. Le colline sono bellissime, le persone sono calorose e gentili, e anche il Prosecco è piuttosto buono.”

Un apprezzamento che ha strappato sorrisi e applausi, confermando il legame immediato creato dallo scrittore con il territorio. Parlando delle sue opere, Turow ha ricordato il percorso del suo personaggio più celebre, Rusty Sabich, protagonista anche dell’ultimo romanzo: a 77 anni Rusty Sabich è un giudice in pensione che vive con la sua compagna Bea in una bella casa sul lago nel Midwest. La loro tranquilla esistenza viene turbata dall’improvvisa sparizione di Aaron, il figlio adottivo di Bea, un ragazzo nero poco più che ventenne che ha avuto guai con la giustizia per questioni di droga ed è in libertà vigilata: se non tornerà a casa, andrà in carcere.

Quando finalmente riappare, Aaron racconta in modo piuttosto confuso di essere stato in campeggio con Mae, la sua ragazza, e di essersene poi andato lasciandola sola nel bosco dopo una litigata furibonda. Di Mae però si sono perse le tracce; iniziano le ricerche e dopo un paio di settimane viene ritrovata morta.

Tutti i sospetti ricadono su Aaron, che viene accusato di omicidio di primo grado e arrestato. Nonostante gli indizi a suo carico sembrino schiaccianti, Bea è convinta dell’innocenza del figlio e prega Rusty di diventare suo avvocato difensore, e lui, dapprima riluttante, accetta. Ma il sistema giudiziario al quale Rusty ha dedicato la sua intera vita può davvero garantire giustizia a chi è presunto colpevole? Dopo Presunto innocente, il romanzo che ha ridefinito il legal thriller, torna per l’ultima volta in tribunale l’indimenticabile giudice e avvocato Rusty Sabich. Scott Turow, al suo meglio.

Interrogato sullo stato attuale del diritto negli Stati Uniti, Turow ha risposto con il realismo e la franchezza che lo contraddistinguono: “È un momento difficile per lo stato di diritto negli Stati Uniti. Finora le nostre corti hanno resistito alle pressioni dell’attuale amministrazione, e non dovrebbero prendere decisioni politiche, ma decisioni basate sulla legge. Alcuni dicono che la Corte Suprema è stata troppo permissiva, ma finora credo che la situazione sia sotto controllo”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto e Mihaela Condurache)
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